[pokemario] Pokémon Arceus Gift

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    Capitolo 58: la battaglia del furgone
    “Il furgone è partito.” disse il Vicesindaco all’Avicoltore “Siete tutti in posizione?”
    “Ci puoi giurare Artista.” fece l’uomo alla giuda della sua moto, identificato come Centauro “io e i miei uomini siamo pronti all’azione!”
    “Solo una domanda.” intervenne l’Avicoltore “cosa ci fa il Ferroviere qui?”
    “Prego!?” chiese l’uomo anziano in divisa da capostazione
    “Il suo contributo è fondamentale per il nostro piano.”
    “Il suo contributo? Non so nemmeno cosa ci faccia nella nostra organizzazione! La sua specialità è… Guidare i treni? In una città che non ha più una ferrovia da decenni ormai!”
    “Potresti essere sorpreso.” rispose il Vicepresidente
    “Sarà...”

    “Dovrebbe passare da qui...” disse Lin, tramite la ricetrasmittente “siete pronti...”
    “Odio le missioni di scorta!” fece Larxene seduta sul sedile da guidatore di un auto dall’aspetto normale, giocherellando con il pugnale “sono una guerriera, non una baby sitter per furgoni.”
    “Preferirei essere con Rosso piuttosto.” disse Aurus, sbuffando “Dice di avere potenzialmente una buona traccia per la Sfera.”
    “Si, ma non vuole svelarci dove si trovi.” disse Calem “pare voglia tenere un qualche segreto...”
    “Bah. L’intero multiverso è a rischio, non mi sembra il caso di tenere segreti.”
    “Tutti hanno i loro segreti.” rispose Lin “adesso concentriamoci. Sta arrivando.”
    Il furgone sbucò dall’angolo a destra, attraversando la via designata. Immediatamente Lin mise in moto l’auto e iniziò a seguirlo. Sopra le loro teste Lin volava con il suo elicottero a distanza, gli altri ragazzi a bordo.
    “Bah, mi sembra una perdita di tempo.” fece Larxene. “il furgone non è marcato, nessuno scoprirà che...”
    “Fermi lì” esclamò un uomo in motocicletta seguito da Marmocchi e un paio di Teenager in moto più piccole.
    “Fammi indovinare, il Centauro?” fece Larxene sprezzante.
    “In carne ed ossa! Che c’è donna, hai paura?”
    “Paura? Tsk, non conosco il significato di questa parola!”
    “Fai la grossa eh? Ma non pensare che ci andrò leggero solo perché sei una donzella.”
    “Non te l’ho chiesto.” rispose lei, lanciando un pugnale alla ruota del motociclista che tuttavia rimbalzò, cadendo a terra.
    “Ci hai provato donna, ma la mia moto è fatta dei migliori materiali. Ora è il momento di fare su serio. Ragazzi formazione!”
    Gli altri motociclisti si posizionarono in modo da circondare l’auto, così che Larxene fu costretta a frenare.
    “Dobbiamo intervenire.” chiese Calem, afferrando una Pokéball.
    “Non ci pensate nemmeno.” rispose Larxene “ho tutto sotto controllo. Quell’arrogante avrà una bella lezione.”
    Detto questo selezionò i Pokémon giusti grazie al suo box portatile. Era una fortuna che quel cervellone di Vexen fosse riuscito a far si che il box immagazzinasse i dati dei Pokémon dentro di se invece di doversi connettere al box principale, cosa che sarebbe stato impossibile in un altro universo. Da quel che aveva capito aveva ricevuto un aiutino da Arceus, ma contava il risultato in fondo. Fatte le sue scelte mandò Kilowattrel, Emolga e Rotom Vortice. Kilowattrel sbatté le ali creando una raffica che sbilanciò alcuni dei ragazzi nemici. Un Emolga si attaccò alla maglia di una ragazza e dando una debole scossa che lo fece cadere a terra, mentre Rotom lanciò un Aerasoio che tagliò la ruota di un ragazzo.
    “Devo dire che sei più tosta di quello che mi aspettassi, ma non pensare che sia così facile mettermi con le spalle al muro. Ragazzi, contrattacco!”
    Le reclute a quel punto mandarono un esercito di Weezing, che si lanciò contro i Pokémon di Larxene. La donna sapeva cosa volevano fare, quindi doveva agire in fretta. Ordinò a Rotom di attivare un Ventoincoda così che Kilowattrel potesse assorbire l’energia eolica e convertirla in energia elettrica per poi potenziare il suo Scarica, che sconfisse la maggior parte dei Weezing, ma alcuni riuscirono ad arrivare ai Pokémon di Larxene, autodistruggendosi contro di loro. Un paio di reclute mandarono quindi dei Gliscor che attaccarono i tre con Lacerazione.
    “Hai combattuto bene donna, ma questo gioco è durato anche troppo. Ora…”
    Cercò di avviare la moto ma le ruote girarono a vuoto, e una scarica elettrica attraversò il metallo, dandogli una dolorosa scossa. Guardò a terra e vide una sottile tela, tessuta da un minuscolo Joltik. Cercò di scendere, ma non trovava uno spazio dove appoggiare il piede che non fosse coperto di filo.
    “Però, sei più furba di quanto pensassi.” disse il Centauro “ma, noi siamo un passo avanti a te, guard...”
    Si interruppe. I motociclisti che aveva mandato ad attaccare il camion erano stati assaliti da uno Skarmory e un Mega Metagross, che li aveva intrappolati con la sua abilità.
    “A quanto pare siete voi ad essere due passi avanti.” fece l’uomo con sguardo basso ma un sorriso sul volto “sei tosta per essere una donna. Mi piaci”
    “Oh per favore risparmiatelo.” disse, facendo un cenno a Jolitik, che diede un altra scossa. “ora, siete tutti in arresto e...”
    Si interruppe, guardando a bocca aperta il furgone che si era fermato per via dei… Binari. Si, veri e propri binari del treno che erano stai appoggiati li da un gruppo di Magnezone.
    “Che cazz...” fece Larxene, mentre uno strano treno con un gigantesco magnete collegato ad un braccio meccanico sul tetto agganciò il furgone, trasportandolo via. Prima che Larxene potesse riprendersi dallo shock delle sfere di energia blu la colpirono, immobilizzandola. Riusci a girare lo guardo per notare che anche gli altre erano stati bloccati, sottili fili di energia come quelli del Burattinaio uscivano dal loro corpo. Come aveva fatto a prenderlo con i finestrini chiusi? Passavano attraverso le pareti ora?
    Uno sciame di Gliscor planò dal cielo, tagliando i fili con le loro chele, mentre uno stormo di altri Pokémon uccello sollevava e portava via i motociclisti, passando acconto all’elicottero di Lin, anche lei immobilizzata.
    “Ok.” fece Larxene “Cosa cazzo è successo?”

    “Te lo avevo detto che la mia specialità non era inutile.” disse il Ferroviere, alla guida del treno.
    “Ha funzionato solo grazie a lui.” rispose l’Aviatore indicando il Burattinaio
    “E lui cosa ci fai qui?” chiese il Centauro.
    “Io vi servo per mandare avanti la trama. Non vorrei intervenire, sia chiaro. Troppi deux ex machina sono segno di cattiva scrittura, ma...”
    “Beh noi non ci lamentiamo.” fece il Ferroviere sorridendo “ci piace questa trama.”
    “Ah si? Credo che l’imminente colpo di scena vi piacerà di meno.”
    “Quale colpo di...”
    Una scossa improvvisa li interruppe, facendo tremare il treno. Il criminali guardarono dal finestrino e videro un uomo arancione, azzurra e nera che colpiva ripetutamente il treno a velocità supersonica. La maglia e i pantaloni erano prevalentemente neri, con macchie azzurre sulle ginocchia e una gemma viola incastonata sul petto. La maschera era arancione con il colto azzurro e aveva una strana protuberanza sulla nuca. Un braccio era azzurro e l’altro arancione..
    “Capitan DNA!?” esclamò l’Aviatore. Uno dei più potenti supereroi che erano riusciti a catturare ora era libero. Gettò uno sguardo al Burattinaio ma era scomparso.
    “State tranquilli.” disse il Ferroviere “il mio treno è stato costruito con i migliori materiali. Non riuscirà mai a...”
    Improvvisamente il costume del supereroe iniziò a cambiare. Le gambe divennero arancioni, la protuberanza dietro alla testa fu sostituita da una piccola sopra e due ai lati e sulle braccia comparvero strisce blu e arancioni intrecciate. L’eroe colpì la parete metallica con una forza sovrumana, sfondandola.
    “Malfattori tremate!” esclamò entrando nel vagone “avete davanti a voi il magnifico capitan DNA”
    “E la sua prodigiosa assistente Victory.” esclamò una ragazza con un costume giallo ed un ingombrante V rossa in testa arrivando sul treno aggrappata ad un Volcarona.
    “Prodigiosa?” fece il supereroe più grande “avevamo stabilito che le parole altisonanti le potevo usare solo io. E metti via quel Pokèmon, i veri eroi non ne hanno bisogno.”
    “D’accordo...” fece Victory richiamando Volcarona “allora ecco a voi la… leale assistente Victor...”
    Un Pidgeot la colpì, scagliandola a terra.
    “Quante volte ti ho detto di non distrarti?” la sgridò Capitan DNA, assumendo una nuova forma. Era più compatta e anche le parti nere del costume erano diventate arancioni. Il Magnezone del Ferroviere lanciò un Cannonflash ma l’eroe lo incassò, mentre Victory si nascondeva dietro di lui
    “Che stai aspettando?” urlò alla ragazza alle sue spalle “potenziami!”
    “A-agli ordini.” fece l’assistente, emanando una strana energia dalle mani. Con una rapidità mai vista prima il Capitano assunse la forma velocità e intercettò un Weezing, scagliandolo contro il soffitto del treno. Il Pokémon esplose, aprendo un altro buco.
    “Il mio prezioso treno!” esclamò il Ferroviere, dando subito a Magnezone l’ordine di lanciare una Scarica, ma Capitan DNA assunse la forma difesa incassando la mossa elettrica, per poi cambiare immediatamente nella forma Attacco colpendolo il Pokémon Acciaio con estrema violenza. L’Avicoltore mandò Honcrowk, ma l’eroe assunse la forma velocità e riassumendo la forma Attacco afferrò il braccio con la Megapietra e lo strinse con tanta forza da rompere il Megabracciale… E qualche osso. L’Avicoltore urlò di dolore. Il Capitano sorrise e si preparò ad attaccare di nuovo, ma un Bisharp e un Gliscor lo ingaggiarono, quest’ultimo in particolare agitava le chele cercando di usare Ghigliottina.
    “Questo qui è fuori di testa…” fece l’Avicoltore. “Ma non riusciremo a tenerlo occupato a lungo.”
    “E’ quella mocciosetta che lo potenzia.” fece il Ferroviere indicando Victory “Aumento ogni sua capacità, lo rende praticamente invincibile. Dobbiamo liberarcene.”
    L’avicoltore annuì e mando un Pidgeot, ma Capitan DNA che aveva già sconfitto Bisharp si avventò rapidissimamente contro l’uccello, per poi tornare sul Gliscor che stava tentando una Ghigliottina sull’assistente.
    “Da sola è indifesa, ma con lei il Capitano è un fulmine...” fece lo specialista Volante. “Se solo il mio esercito di uccelli fossero qui… Non riescono a tenere il passo con il tuo stupido treno Ferroviere!”
    “Ho un idea.” disse il Centauro, mandando un Muk e un Vileplume. La Pokémon pianta preparò un Sonnifero, ma Capitan DNA lo anticipò con un rapidissimo colpo in forma Velocità. Tuttavia concentrato com’era sull’avversario non si accorse che Muk aveva usato Minimizzato si era ristretto per avvicinarsi a Victory e lanciarle una Tossina contro di lei. La ragazza avvelenata cadde in ginocchio, in preda ad un dolore lancinante.
    “A-Aiuto...” fece, ma il Capitano si limitò a girarsi verso di lei.
    “Cosa vuoi da me? Non sono un medico. Ma ho ancora bisogno di te quindi vedi di non morir...”
    Non riuscì a finire la frase che un Sonnifero di Vileplume lo fece cadere addormentato.
    “Perfetto. Adesso prima che si svegli… Centauro, il tuo Gliscor si occuperà della mocciosa.”
    “Vuoi dire… Non ti sembra un po troppo? E’ una ragazzina.”
    “Già…” fece il Ferroviere “e poi il Maestro vuole i supereroi vivi, se possibile.”
    “Appunto. Se possibile. Se il Capitano si svegliasse o un altro supereroe arrivasse nel frattempo lo renderebbe praticamente invincibile. Non possiamo correre rischi. Se non lo farai tu, lo faro io.”
    Detto questo prese il suo congegno per il controllo dei Pokémon Volante e diede un ordine a Gliscor. Il Pokémon si avvicinò alla ragazza, agonizzante a terra, avvicinando la chela al sua collo, ma un Braviary lo intercettò con Aereoassalto. Aggrappati a dei Pokémon Volante Lin, Larxene, Aurus e i ragazzi scesero dal foro nel soffitto. Calem mandò una Florges, che usò Aromaterapia su Victory, mentre un Audino mandato da Sanzo usava Ondasana.
    “Voi tenete occupati i criminali.” fece Lin, aggrappandosi al suo Skarmory. “Io penso al furgone”

    La poliziotta appoggiò i piedi sul tetto del treno. Il magnete che sosteneva il furgone era davanti a lei. Non c’era nessuno a vederla. Avrebbe potuto… No, aveva giurato di farlo il meno possibile. Mandò Magnezone, che con i suoi magneti attirò a se il braccio meccanico che sorreggeva il magnete, facendolo roteare in modo che il furgone fosse sopra il tetto del treno. Mandò poi Steelix, intenzionata ad usarlo come scala per raggiungere il furgone. Sulla testa del serpente fece uscire Aggron, che iniziò a masticare il gancio che sosteneva il magnete. Tuttavia prima che potesse finire in suo pasto una Sferapulsar lo colpì, scagliandolo a terra. La poliziotta si girò e vide il Ferroviere con un Lucario al suo fianco.
    “Mi dispiace. Non possono lasciartelo fare.”
    La poliziotta guardò l’uomo anziano.
    “Cosa ci fa un ferroviere qui a Capital City? La ferrovia non esiste più da decenni ormai.”
    “E’ proprio questo il punto. Già da decenni ormai gli affari andavano male perché nessuno usciva o entrava da Capital City da qualche ragione, e ormai la gente prendeva il treno solo per attraversare l’enorme città, ma ormai con la diffusione di bus e persino servizi di teletrasporto stava diventando obsoleto. Ma trovare un nuovo lavoro è praticamente impossibile in una società come la nostra. Alla fine abbiamo dovuto cedere e la ferrovia è stata smantellata. Ci siamo trovati per strada e l’Unione è stata l’unica organizzazione ad accoglierci. Ecco perché devo assolutamente portare a termine questa missione. Ora...”
    “Capisco quello che hai passato. Questa società fa schifo, ne sono pienamente consapevole. Anche io la vorrei che le cose cambiassero, sia chiaro. Ma non lascerò che degli innocenti si facciano male per questo.”
    “CI sono già innocenti che soffrono. Se non fosse stato per noi l’uomo in quel furgone sarebbe ancora agonizzante in quella centrale. E tu vuoi ridarlo al vice-presidente che lo ha tenuto in quella condizione per anni? Come puoi fidarti ancora di lui?”
    “Non lo so, ma di certo non mi fido di voi.”
    “Va bene, allora dovrò usare le maniere forti.”
    Detto questo Lucario lanciò un altra Sferapulsar contro Steelix. Il serpentone venne colpito e lasciò cadere Lin. La poliziotta dolorante, cercò di rialzarsi e nel frattempo rifletté. Avrebbe dovuto… No. Poteva farcela anche senza. Non poteva far usare a Steelix Fossa su quel tetto, almeno non senza correre rischi, quindi ordinò a Skarmory di colpire Lucario con Aereoassalto. Lucario contrattaccò con Sferapulsar , ma nel frattempo Lin mandò Magnezone. Il magnetismo di Magenzone attrasse Lucario verso di lui, ma prima che Magnezone potesse lanciare una Scarica, il ferroviere mandò un Excadrill. Prima che Lin potesse megaevolvere il suo Pokémon magnete la talpa lo attaccò con Giroavvita. Lin fu costretta a ritirare il suo Pokèmon principale. Quell’avversario era più tosto di quanto avrebbe potuto pensare. Ma le era venuta un idea. La talpa ripartì subito all’attacco verso Steelix, ma la coda del Pokémon Acciaio sbucò dal tetto del treno, colpendo la talpa. Steelix non poteva sotterrarsi completamente, ma fortunatamente il suo corpo era molto lungo. Il Ferroviere ritirò Excadrill, ma il suo Lucario si lanciò contro Steelix con Zuffa. Mentre Lin lo richiamava il pokémon la colpì, facendole perdere l’equilibrio. La poliziotta si aggrappò al bordo del treno. In quelle condizioni non poteva mandare altri Pokémon, e il Ferroviere si stava avvicinando. Non le restava altra scelta. Mandò Magnezone anche se esausto giusto per mascherare quello stava per fare. L’artiglio metallico ruotò, in modo che il camion ora penzolasse sopra al fiume sottostante. Poi il filo metallico si spezzò, facendo precipitare il furgone nel fiume. Questo era un po più difficile da spiegare con Magnezone, ma sperava che il cattivo non si facesse troppe domande. Non riusciva però più a mantenere la presa e precipitò nel fiume. La donna non sapeva nuotare e nessuno dei suoi Pokèmon ne era capace. L’ossigeno stava venendo a mancare, la testa gli girava, la vista le si stava annebbiando. Poi vide una figura venire verso di lei. Un Pokèmon…
    “No… Non lui.” fece, per poi svenire.

    “Spero che questo vi serva da lezione.” disse Larxene legando il Centauro.
    “Essere catturato da una donna come te è un onor...AHHHH!” esclamò l’uomo prima che la scossa di un pugnale lo attraversasse. Larxene sbuffò, alzando gli occhi al cielo
    “Oh, grazie al cielo.” fece l’Avicoltore “non lo sopportavo più. Ha fatto così per tutta la lotta.”
    “Ah chi lo di...” Larxene si interruppe vedendo un Pokèmon sbucare dall’acqua e saltare sul treno. Lo aveva già visto nelle sue missioni a Paldea.
    “Un Palafin?”
    Una voce profonda uscì dalla bocca del Pokémon: “Palafin? Dove? Io sono Mighty Dolphin, il paladino della giustizia, il simbolo della pace, il difensore di...”
    “Mighty Dolphin? Serio?” fece l’agente.
    “Non sei sorpresa dal Pokèmon parlante?” chiese Lin.
    “Nah, non è la prima volta. Ci sono due idioti con un Meowth parlante che ogni tanto ci creano dei “problemi”. E per problemi intendo che ogni tanto ci fanno arrivare in ritardo per la pausa caffè. Ma comunque, chi è questo imbecille?”
    “Te lo spiego meglio dopo… Piuttosto, cosa ci fai qui?”
    “Sono qui per proteggere gli innocenti, punire i malvagi e difendere la giustizia con un sorriso sul...”
    “Mighty Dolphin!” esclamò Capitan DNA svegliandosi.
    “Capitano!” fece Liberty, correndo verso di lui, ma il supereroe la spostò con un gesto brusco.
    “Non ora Liberty. Mighty Dolphin, sei arrivato tardi. Ho già fatto piazza pulita di questi criminali.”
    “Ehi siamo letteralmente qui!” esclamò Sanzo
    “Congratulazioni a tutti” fece il Palafin “la giustizia ha bisogno di paladini come voi.”
    “Ma si può sapere cosa...” sussurrò Calem
    “Non farti troppe domande… Per qualche motivo la Sfera ha deciso di dare il dono dell’intelligenza ad un semplice Palafin e… Si è un po montato la testa. Piuttosto.” fece alzando la voce “Perché saltate fuori solo ora? E il furgone?”
    “Abbiamo avuto un… Impedimento.” rispose Capitan DNA
    “Eravamo stati rapiti!” aggiunse Liberty, ricevendo un occhiataccia dal Capitano “ci avevano riempiti di sonniferi, e quando ci siamo svegliati eravamo in un vicolo buio e isolato, ma ancora non riuscivamo a muoverci. I nostri muscoli facevano fatica a muoversi e una voce ci ripeteva nella testa “ci sono troppi personaggi in azione. Non è ancora il momento della vostra entrata in scena”, fino a oggi almeno”
    “Quanto al furgone è al sicuro grazie al mio intervento!” fece il delfino “state tranquilli. E’ tutto sotto control...”
    Il suo discorso altisonante fu interrotto uno schianto. Il treno aveva deragliato, urtando un palazzo.
    “A parte questo. Mi sono scordato di fermare il treno. Nemmeno il migliore degli eroi può pensare a tutto.” Fece imbarazzato.
    “Umpf.” rispose Lin “andiamo a recuperare il furgone prima che l’Unione ritorni.”
    “In azione.” esclamò Mighty Dolphin sfondando il treno e correndo verso il furgone. Gli altri lo seguirono e arrivarono al veicolo. Lin si avvicinò e tirò fuori un mazzo di chiavi, aprendo la porta del furgone per controllare se il carico era ancora al suo interno.
    “E’… Vuoto?”
    “L-Lo hanno rapito?” chiese Victory
    “Un orribile crimine è stato commesso qui oggi. Quei manigoldi l’hanno fatta...”
    “No. Non ci sono segni di scasso, ne impronte nel terreno fangoso, e il furgone era schermato dal teletrasporto.”
    “Allora come...”
    “Non ne sono sicura ma… Forse quel furgone non è mai stato pieno.”

    “Ottimo lavoro Artista. Il tuo piano ha funzionato.”
    “Quasi Maestro…” fece il Vicepresidente al telefono “il mio piano prevedeva che il finto furgone fosse fatto sparire.”
    “Ci dispiace...” fece il Ferroviere “abbiamo fatto il possibile ma...”
    “Ma avete sbagliato ad assegnarmi questi incompetenti.” fece l’Avicolotre.
    “Ehi!” esclamò il Centauro
    “Non era quello che intendevo.” rispose il Ferroviere.
    “Abbassa la cresta Avicoltore.” fece il Maestro con voce profonda ruotando sulla sedia. Per la prima volta l’Avicoltore vedeva il suo capo in faccia. O almeno questo era quello che si sarebbe aspettato. Ma era impossibile distinguere qualsiasi fattezza con quella luce accecante. Era convinto che fosse una lampada, invece no. Il suo sesso corpo la emanava. “Se non fosse che avevo bisogno di quanta più manodopera possibile saresti ancora in cella. Ma forse ti serve un altro incentivo”
    Detto questo toccò la lampada sulla sua scrivania. La lampadina iniziò a tremolare, come se la sua luce stesse piano piano venendo assorbita, fino a spegnersi del tutto. Poi iniziò alla lampada stessa; pezzi di metallo iniziarono a staccarsi, pezzo per pezzo la lampada si stava scomponendo, tutti i pezzi venivano assorbiti dalla mano luminosa. Alla fine della lampada non era rimasta nessuna traccia, nemmeno l’impronta nella polvere. L’avicoltore faceva pure fatica a ricordare la sua forma. Era come se non fosse mai esistita.
    “Spero che serva come avvertimento. Comunque, sono soddisfatto alla fine.”
    “Io un po’ meno… Ho paura che potrebbero risalire a me. E comunque, con il mio piano questo era il peggio che poteva capitare.”
    “Non essere troppo sicuro di te. Se c’è una cosa che la vita mi ha insegnato è che al peggio non è mai fine. Detto questo l’idea era davvero geniale. Mentre quegli sciocchi seguivano il diversivo, il vero furgone veniva condotto nella nostra base, coperto da un illusione.”
    “Si, ma sono stato io a scegliere il pilota. Sospetteranno di me.”
    “Non necessariamente. Ci sono altre possibili spiegazioni, e Lin si fida di te. Potrà avere qualche sospetto, ma non salterà a conclusioni, stai tranquillo.”
    “Spero che tu abbia ragione… E’ l’ultima persona. Che vorrei lo venissi a sapere...”
    “D’accordo… D’accordo...” fece Annie, intervenendo nel discorso “non è andata esattamente come speravamo. Ma insomma. Dov’é...”
    Non riuscì a finire la frase che un uomo entrò nella stanza. Brillava ancora per tutta l’energia che il suo corpo aveva dovuto emanare, ma al contrario del Maestro le sue fattezze erano chiaramente distinguibili.
    “T… Tu...” fece, ma Annie lo interruppe, correndo ad abbracciarlo.
    “Nero!”
    “Annie… Sei ancora viva?”
    “Si… Mi dispiace non averti potuto salvare. Mi avevano privata dei miei poteri, e non c’era nulla che potessi fare.”
    “Ti capisco… E loro...”
    “Non ne ho idea. Sono scomparsi. Ma li ritroveremo. E presto avremo la nostra vendetta.”
    “Vendetta… Non mi è mai piaciuta quella parola. Ma non posso negare che quei due debbano pagare per quello che mi hanno fatto.”
    “Non solo loro. Tutta la città pagherà.”
    “Tutta… Non è forse un po…. Troppo?”
    “Ti hanno torturato per anni! Ma tranquillo, non ce la prenderemo con gli innocenti. Solo i ricchi al comando pagheranno. Ci impadroniremo della sfera, rovesceremo questo governo corrotto e tutto sarà come avrebbe sempre dovuto essere. E… La riporteremo indietro.”
    “Vuoi dire...”
    “Mia sorella, si. Potrò finalmente riabbracciarla. E a quel punto riavrai la tua amata Tina.”
    “Non vedo l’ora.” rispose sorridendo.
     
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    Capitolo 59: dolorose orgini
    “Venite, da questa parte.” disse Albert conducendo i ragazzi verso un corridoio.
    “Dove stiamo andando?” chiese BB, guardando la libreria davanti a lui “Sembra un vicolo cieco.”
    “Non tutto è come sembra.” rispose il maggiordomo premendo un libro nella libreria. Questa si aprì come se fosse una porta. I ragazzi la attraversarono e si trovarono in un ampio laboratorio. Una cosa era subito chiara: Tom Wade non era una persona ordinata. C’erano macchinari di ogni tipo in ogni angolo della stanza, alcuni danneggiati, con pezzi sparsi per tutta la stanza. Fogli e documenti ricoprivano ogni singolo anno della stanza e macchie inchiostro erano sparse sui muri, il pavimento e persino il soffitto. Muovendosi con cautela tra i rottami arrivarono alla scrivania, anche essa coperta da fogli e pezzi di macchinari sparsi a casaccio.
    “Come faremo a trovare i fogli che ci interessano a questo caos?” si chiese PB.
    Rosso si limitò a puntare dei documenti al centro della scrivania, uno dei quali aveva la scritta “appunti sul Pilastro del Tempo” stampata sopra:
    “Oh…”
    Brian prese il foglio e iniziò a leggere
    “Avvistamento numero uno. Il rapporto risale all’anno 100 DCC”
    Rosso guardò Brian con sguardo interrogativo.
    “DCC? Sta per Dopo Capital City. Sarebbero 100 anni dopo la fondazione della città.” rispose Albert
    “Anche se sospetto che corrisponda alla creazione dell’intero universo” disse Brian “Comunque.” si schiarì la voce e ricominciò a leggere “L’avvistamento è stato effettuato dall’allora Presidente. Dovrebbe essere poco dopo il torneo degli eroi, anche se le date di quell’evento sono vaghe. Il presidente era appena entrato nel suo ufficio quando una figura comparve alle sue spalle. Era avvolta in un mantello blu, con un cappuccio che gli copriva totalmente il volto. Sono di seguito riportate le esatte parole che pareva avere pronunciato:
    “Attento… Una grande sciagura si abbatterà su questo universo… Se continuerai sul tuo cammino, la minaccia arriverà da ciò che hai di più prezioso, e da ciò che hai sempre trascurato. Colui che riceverà il dono più grande segnerà la fine di tutto.” E detto questo sparì nel nulla. Da quel momento in poi, ogni nuovo presidente sembra aver ricevuto una simile visita, ma non solo. La figura è comparsa davanti anche a giovani imprenditori, proprietari di industrie e capitalisti. Le sue profezie sono tutte simili, quindi ne riporterò una come esempio, rivolta ad il proprietario di una ricca industria che aveva raggiunto il suo primo miliardo.
    “Stai intraprendendo una strada importante, ma rischiosa. Se conserverai le tue morali e terrai conto delle tue origini, potrai riuscire a gettare la prima pietra per la creazione di un futuro migliore. Ma se perderai la tua via, la fine del mondo sarà sempre più vicina.”
    Pare sia ricomparso qualche anno dopo, pronunciando queste parole:
    “Non mi hai ascoltato. Ti sei perduto, rivoltandoti contro i tuo vecchi amici, calpestando le tue origini. Hai ignorato i miei avvertimenti. La fine si avvicina...”
    Nei fogli successivi ho riportato tutti gli avvistamenti, ma sono molto simili. Una cosa però ho notato: l’atteggiamento della figura non è sempre lo stesso. In alcuni avvistamenti è calmo e controllato, in altri sembra più preoccupato, in altri ancora completamente fuori di testa. La cosa più interessante è che questo cambiamento non sembra essere lineare, almeno seguendo gli avvistamenti in ordine cronologico. Tuttavia analizzandoli tutti con attenzione mi sono reso conto che un criterio esiste: più in basso nella catena sociale è il soggetto a cui compare, meno il Pilastro sembra calmo. Era particolarmente tranquillo con i Presidenti,più agitato con ricchi imprenditori e grandi capitalisti e completamente impazzito quando parlava con piccoli imprenditori e emergenti milionari. Eccovi per esempio un estratto.
    “Attento… La fine è vicina… Il destino non può più essere cambiato… Ma forse… Forse puoi fare qualcosa… Non perdere la via… Cambia il mondo. La fine è vicina. La fine è vicina. Lafineèvicinalafineèvicinalafineèvicina.”
    Devo ancora analizzare bene cosa tutto questo possa significare, ma la mia teoria per il momento è che la figura sia piano piano diventata più disperata, viaggiando in varie epoche in ordine non lineare per cercare qualcuno che possa aiutarlo a salvare il mondo. Perché sia così criptico, quale sia la catastrofe da evitare e se ci sia un modo di evitarla non lo so. Non so nemmeno perché contatti proprio i ricchi e non i supereroi che sembrano le persone più adatte a prevenire la fine del mondo. La cosa più interessante però è stata la sua ultima apparizione. Questa posso riportarla con grande precisione perché… Ne ho assistito di persona. E’ apparso nel mio stesso laboratorio, pronunciando queste parole:
    “La profezia… La profezia è stata annullata...” c’era una strana gioia nella sua voce, che improvvisamente cambiò in terrore “no… E’ solo stata ritardata… No… Si… Non lo so… Il futuro… Il futuro cambia… Non è più certo… Tu… Tu sei la chiave. Proteggi… Proteggi il dono che ti è stato dato. Deve… Deve restare dove lo hai messo… Loro… Loro non devono averlo… Lui non deve averlo. Io tornerò… Alla fine dell’anno tornerò, e vedrò...”
    Penso di sapere di cosa stia parlando, ma non posso parlarne qui. Sapevo già di avere un enorme responsabilità, ma ora sembra che l’intero mondo dipenda da me. Non ho ancora il quadro completo ma sono ancora più convinto di dover mettere l’oggetto al sicuro. Nessuno deve saperlo, ma lascerò comunque dei rapporti nel modo più sicuro possibile nel caso succeda qualcosa di grave.”
    “Di cosa starà parlando?” chiese PB
    “Non ne ho idea...” fece Brian “beh penso non troveremo altro qua, quindi...”
    Rosso lo bloccò, indicando un foglio a terra. Era sporco di inchiostro, quindi era difficile da leggere, ma si riusciva ad intravedere la scritta “progetto Omnitype”.
    “Speravo che non lo trovaste...” fece Brian sbuffando “credo di dovervi delle spiegazioni.”

    Serena strinse i denti. Annie era davvero tosta come avversaria. Sprititomb era stato tosto, ma Lucario era riuscito a sconfiggerlo a forza di Pugnoscarica e Meteorpugno. Tuttavia uesti ultimi erano stati spesso anticipati da degli Sbigoattacco, che insieme ad una Scottatura da Fuocofatuo avevano lentamente logorato lo sciacallo. Annie aveva quindi mandato un Rotom Calore, che aveva facilmente finito il Pokémon Acciaio con Vampata. Serena aveva quindi risposto con Blastoise, megaevolvendolo. Con Gettaguscio la ragazza credeva che il suo Pokèmon sarebbe stato inarrestabile, anche con la paralisi causata da Tuononda di Rotom, ma appena aveva sparato un Idropulsar, l’avversario era stato sostituito da una Jellicent, che aveva assorbito l’attacco d’acqua. Il tentativo di sconfiggere la medusa con Neropulsar era stato vano a causa della paralisi, e con il suo guscio danneggiato una singola Energipalla era bastato a sconfiggerlo. Serena aveva quindi mandato Talonflame, scelta che aveva lasciato perplessa Annie finché il Pokémon non aveva usato Baldeali, colpendo immediatamente grazie alla sua abilità. Sfortunatamente una volta che si era danneggiato la sua abilità non funzionava più e Rotom aveva potuto sconfiggere l’uccello con Fulmine. Serena sospirò. Avrebbe dovuto immaginarsi il risultato e mandare Greninja o Whimsicott piuttosto, ma non voleva sprecare subito i suoi Pokèmon di punta. D’altronde però non era sicura di voler vincere, aveva la sensazione che Annie fosse importante per la storia di quell’universo, ma non poteva saperlo con certezza. Leaf aveva chiesto a Rosso se avevano scoperto qualcosa, ma non aveva ancora saputo nulla, o almeno non l’ultima volta che aveva avuto tempo di parlarci. Per ora si sarebbe concentrata come se fosse una normale battaglia, tanto se avesse rischiato di cambiare gli eventi la simulazione avrebbe iniziato a glitchare e avrebbe fatto in tempo a correggere le cose. Mandò quindi Whimsicott. Un altra scelta strana ma ben calcolata, perché la Pokèmon immediatamente creò una corrente di vento alle sue spalle, che sfruttò per muoversi rapidamente verso l’avversario, rotolando sotto di lui per arrivargli alle spalle e schivare l’Ondacalda. Serena lo ritirò e mandò Greninja, che sfruttando il Ventoincoda lanciò due Acquelame in rapida successiva. Annie dovette ritirare Rotom e mandò invece Gengar. A causa di Mutatipo il Pokémon non era più Buio, quindi il suo Nottesferza non inflisse tanti danni quanto Serena avrebbe sperato e un Fulmine lo colpì. Serena ordinò quindi a Gengar di usare Retromarcia e mandò Wimsicoatt al suo posto, che incassò un Fulmine utilizzò immediatamente Paralizzante. I movimenti del Pokèmon spettrale vennero rallentati e Whimsicott ne approfittò per rilasciare una tempesta di cotone che si attaccò allo Spettro, rallentandolo ulteriormente. Serena ne approfittò quindi per ritirare Wimsicott subito dopo averle fatto rimettere il Ventoincoda e mandare Delphox, così che mentre lo Spettro caricava una Palla Ombra il Pokémon riuscì ad anticiparlo e colpirlo con Psichico. L’attacco Spettro lo colpì in faccia, ma Delphox contrattaccò con un secondo Psichico e Anne dovette ritirarlo.
    “Strategia davvero efficiente.” disse la donna “mi ricordi mia sorella. Fortunatamente, sono preparata a casi come questo”
    Detto questo mandò un Gholdengo. Serena strinse i denti. Non conosceva bene i Pokémon di Paldea, non erano ancora stati classificati in un Pokédex quando era partita e non sapeva molto su di loro, ma aveva sentito che era tosto. Mentre lo Spettro usava Congiura Delphox lanciò una Magifiamma che Gholdengo incassò sorprendentemente bene, per poi riaprire con un Pallaombra. A quanto pare sarebbe stato difficile sconfiggerlo con la forza bruta, quindi ordinò un Fuocofatuo. Le fiammelle non riuscirono però ad attaccarsi al lucido corpo del Pokémon dorato, che finì la volpe con un altra Palla Ombra. Serena ritirò il suo starter. Sembrava che fosse immune alla scottatura, così mandò Whimsicott. Provò Cottospora, poi Paralizzante, ma niente sembrava funzionare. Il Pokèmon dorato in tutta risposta dopo essersi curato con Ripresa sparò una raffica di monete. Whimsicoatt cadde a terra, ma si rialzò immediatamente grazie al Focalnastro avvolto alla sua radice. Serena la richiamò e mandò Greninja. A quanto pare nessuna tattica funzionava, doveva usare la forza bruta. Mentre Gholdengo si potenziava con Congiura, il Pokémon rana attaccò immediatamente con con Nottesferza. Il Pokémon dorato incassò e tentò di utilizzare Ripresa, ma un Acqualame lo colpì prima che potesse curarsi. Il Pokèmon rigenerò comunque le sua energie e sparò un’altra pioggia di monete, che Annie chiamò Corsa all’Oro. Anche se a fatica Greninja riuscì ad incassarla e colpì di nuovo con Nottesferza, stavolta colpendolo in un punto vulnerabile. Gholdengo lanciò immediatamente un altra Corsa all’Oro ma un Acqualame sfrecciò tra le monete, colpendo Gholdengo, che cadde a terra. Anche Greninja però era estremamente debole, e stava stringendo i denti nel tentativo di continuare a lottare. Serena sperò che l’ultimo Pokèmon fosse abbastanza lento da poter essere sopraffatto… Poi vide entrare un Dragapult. Il Pokémon Acqua lanciò un Acqualame, ma Dragapult contrattaccò immediatamente sparando i suoi due Dreepy. Tuttavia questi colpirono Whimsicott, entrata immediatamente in campo. La Pokémon rimasta totalmente illesa gli gettò in faccia Cottonspora. Lo Spettro contrattaccò immediatamente con Acrobazia, ma questo era nei piani di Serena. Lasciò a malincuore che Whimsicoatt prendesse il colpo da poter mandare Greninja in sicurezza. Non era riuscito a paralizzarlo o ad usare Ventincoda, ma non avrebbe dovuto essere necessario. Anche se non quanto un Dragaput, anche Greninja era veloce. Il Pokémon lanciò subito un Acqualame, poi caricò con Nottesferza. La rana si avventò sul Drago spettrale, ma un attimo prima che potesse colpirlo il Pokémon scomparve. Greninja non poté fare niente se non aspettare che il Pokèmon emergesse sotto di lui e lo colpisse. Greninja tentò di contrattaccare, ma era così sfinito che non poté muovere un muscolo e Serena dovette ritirarlo.
    “Ma come?” fece la ragazza “lo avevo rallentato. A meno che… Corpochiaro!”
    “Complimenti.” esclamò Anita, entrando nell’arena. “Sapevo che i Dragapult fossero veloci, ma quello è un fulmine.”
    “Ma… Non è di tipo Elettro.” rispose perplessa Annie.
    “E quel Gholdengo… La sua abilità è rottissima.” commentò Gloria.
    “No… Funzionava alla perfezione...”
    “Come al solito ti dovrò spiegare un bel po di cose...” commentò Tina “comunque complimenti sorella.”
    “E’ andata bene...” disse Leaf, andando a sussurrare all’orecchio di Serena. “E’ una fortuna che Annie ha vinto. Non sono riuscita ad avvisarti ma è una dei Pilastri, i primi supereroi.”
    Serena riuscì a stento a trattenere la sorpresa.
    “E ti dirò di più. Anche Nero lo è.”
    “Seriamente? E Tina?”
    “… Rosso non ha idea di chi sia...”
    Non era particolarmente rassicurante…
    “Non sarà mica che...”
    “Cosa succede?” chiese Tina, avvicinandosi a le due ragazze
    “Niente!” esclamò Serena. La donna in tutta risposta ridacchiò.
    “Avete i vostri segretucci eh? Tranquille, non indagherò ulteriormente.”
    “Comunque” intervenne Leaf, cercando di cambiare argomento “chi è passato quindi alla fine?”
    “Io, Cetra, Gloria...” rispose Rina.
    “Io e Xigbar.” aggiunse Saix.
    “E io con mia sorella” concluse Tina. “Ora non resta che andare a vedere Nero. Dovrebbe iniziare...”
    “E’ già iniziato.” disse Annie
    “Cosa?! E che aspettavi a dirmelo?”
    “Non me lo hai chiesto.”
    “Io… Bah, lasciamo perdere...” disse l’allenatrice scocciata. “forza, andiamo prima che si accorga della mia assenza.”
    Il gruppo corse verso l’arena dove stava avvenendo la battaglia. Il Metagross di Reno stava affrontando un Magmortar. Il Pokémon metallico incassò una Fuocobomba, per poi sbattere le zampe a terra e scatenare un Terremoto. Il Pokémon Fuoco venne ritirato e al suo posto entrò uno Scrafty. Metagross preparò un attacco ma Scrafty lo anticipò, colpendolo con Sbigoattacco. Nero ritirò Metagross e mandò uno Swoobat. Scrafty tentò di ripetere Sbigoattacco, ma il pipistrello lo intercettò lanciando un Supersuono, facendogli perdere l’equilibro. Il rettile si schiantò a terra e Swoobat lanciò un Aerasoio sulla sua schiena. L’avversario di Nero richiamò Scrafty e mandò invece un Electrode. Con un impressionante rapidità il Pokémon colpì con Scintilla e Nero fu costretto a ritirare Swoobat, mandando invece Behyeem. Il bizzarro Pokémon incassò una scintilla, poi fece illuminare i cerchi colorati sulle mani e generò una strana gabbia di energia. Electrode diventò improvvisamente lentissimo e Behyeem lanciò uno Psicoraggio. Il tipo Elettro crollò immediatamente. Distortozona aveva funzionato alla perfezione.
    “Nero vince la sfida!” esclamò l’annunciatore.
    “Di già!?” esclamò Leaf “è stato… Rapido.”
    “Non mi sorprende.” disse Tina “i Pokèmon di Nero sono tra i più forti che io abbia mai visto. E’ cresciuto insieme a loro, per strada.”
    “E’ orfano?” chiese Cetra.
    “Yup. O meglio, è stato abbandonato da piccolo. I suoi genitori erano poveri e hanno deciso di liberarsi dei… Costi aggiuntivi.”
    “E’ terribile.”
    “Lo è.” intervenne Nero. “ma è così che ho conosciuto Elgyem. Le sue abilità psichiche mi hanno aiutato molto a sopravvivere per strada, soprattutto quando mi trovavo nei guai con qualche gang di strada.”
    “Pensi che quei teppisti stiano ancora cercando di ricordare il loro nome?” Chiese Tina con un sorrisetto?
    “Probabile. Ammetto di averli usati anche in maniera un po più… Controversa. Non mi piaceva, ma dovevo pur mangiare per sopravvivere. La mia fortuna è stata il Trainer Show. Behyeem mi aiutato a trovare altri Pokémon e ci siamo allenati duramente. Poi abbiamo scoperto che non mi avrebbero fatto usare i miei Pokémon il 90% delle volte, ma almeno adesso quegli allenamenti hanno pagato.”
    “Pensate, Nero si è allenato insieme ai suoi Pokémon, incassando anche i loro attacchi!”
    “Ah si, conosco una persona che lo faceva.” disse Selene “deve essere doloroso però.”
    “Bah, ho sopportato di peggio per strada. Ho sviluppato una certa resistenza al dolore.”
    “Comunque ormai il turno è finito.” disse Tina “ci chiedo cosa ci riserverà il prossimo.”
    “Qualsiasi cosa, lo faremo insieme.”

    “A cosa pensi?” chiese Annie, avvicinandosi a Nero.
    “Al torneo… Eravamo così ottimisti. Pensavamo davvero di poter vincere, di poter cambiare il mondo. E abbiamo vinto, ma a quale prezzo? Se avessimo saputo cosa ci aspettava...”
    “E’ inutile rimuginare ora. E se ci fossimo tirati indietro, non avremmo l’occasione di cambiare davvero le cose.”
    “Ho ancora dei dubbi. Questa Unione… Ho sempre voluto evitare il crimine organizzato.”
    “Ma questo è diverso. Non siamo semplici criminali. Siamo salvatori.”
    “Cambiano gli intenti… Ma i metodi rimangono sempre quelli.”
    “Preferisci tenere le cose come sono?”
    “Non… Argh!”
    “Che succede?” esclamò improvvisamente Annie preoccupata.
    “Niente… Uno spasmo di dolore. Mi succede ogni tanto da quando sono stato liberato.”
    “Quello che ti hanno fatto è...”
    “Vorrei dire che ho sopportato di peggio, ma temo che non sia più vero..”
    “Non la passeranno liscia, sta tranquillo.”
    “Allora immagino che siate pronti.” enunciò improvvisamente Fiorenzo entrando nella stanza. “Venite.”
    Con un po di riluttanza Annie e Nero seguirono lo scienziato fino al suo laboratorio, dove il Cervellone li attendeva.
    “Si accomodi signorina.” disse l’uomo con un sorriso, indicando un lettino. La donna dopo aver esitato un po’ si sdraiò sul lettino.
    “Che cosa volete farle?!” chiese Nero, preoccupato.
    “Noi nulla.” rispose Fiorenzo “quello sarà compito tuo.”
    “Le nostre ricerche sui supereroi hanno confermato che anche se il potere di un supereroe viene rimosso, parte dell’energia rimane nel loro corpo. I tuoi poteri sono in grado di risvegliarla.”
    “Ma… Manipolare l’energia all’interno di una persona è un processo estremamente complesso… E doloroso. Ne so qualcosa.”
    “Vuoi che lei recuperi i suoi poteri?”
    “Si… Ma...”
    “Fallo.” disse Annie con tono deciso
    “Io… Non voglio. Non hai idea di cosa si prova.”
    “Non ha importanza. Voglio tornare quella che ero. Dovresti volerlo anche tu.”
    “Si. Più di ogni cosa, ma… Non voglio farti soffrire.”
    “Già soffro ogni giorno, intrappolata in questo corpo senza poteri, costretta a vivere una vita che non mi appartiene, dopo aver perso tutto quello che avevo, vedendo ogni giorno il mondo che degenera sempre di più senza poter fare nulla, e sapendo che i responsabili sono ancora in circolazione. Non potrà essere peggio di questo.”
    “Non ne hai alcuna idea. Ma se è davvero quello che vuoi, va bene.”
    L’uomo chiuse gli occhi e porse la mano verso la compagna. Quando la donna iniziò a urlare di dolore si sentì morire dentro, ma continuò. Le sue urla lo straziavano, gli sembrava di sentire le sue, di rivivere l’inferno che aveva passato nella centrale energetica.
    “Ok, ok.” fece Annie agonizzante “penso che i miei poteri siano tornati. Mi sembra di sentirli!”
    Nero interruppe senza la minima interpretazione. Annie si alzò dolorante.
    “No, no!” esclamò Fiorenzo, che era rimasto impassibile per tutto il processo “non puoi interrompere così al primo sospetto.”
    “Già...” confermò il Cervellone, che invece sembrava leggermente a disagio, ma cercava di non darlo a vedere. “Dovevamo compiere delle analisi, avere la certezza matematica che fosse andata a buon fine.”
    “Ritorna subito nel lettino!” esclamò Fiorenzo con tono perentorio.
    “Quale lettino?” chiese Annie puntando la mano verso l’oggetto, che svanì all’improvviso. Al suo posto un denso vapore avvolse i due scienziati, che tossirono violentemente.
    “Ha… Ha funzionato!” esclamò Fiorenzo, cambiando subito espressione e provando ad abbracciare Annie, che in tutta risposta indurì il suo pungo, colpendolo allo stomaco.
    “M-mi sono fatto un po prendere la mano!” fece l’uomo, piegato dal dolore.
    “Tu. Non avvicinarti. Mai più. A lei.” disse Nero, puntando una mano luminosa verso lo scienziato.
    “In ogni caso” intervenne il Cervellone “il test ha avuto pieno successo. Il Maestro vi aspetta per discutere il vostro ruolo nella prossima operazione.”
    “Adesso che hai di nuovo i tuoi poteri tu potresti...”
    “No, non voglio che loro lo scoprano per ora. Potrebbero tenerci d’occhio in qualsiasi momento, e non voglio perdermi per nulla al mondo la faccia che faranno quando lo scopriranno.”
    “Umpf, d’accordo. Vorrà dire che aspetterò.”
    I due si allontanarono e appena furono fuori dalla stanza Fiorenzo iniziò a ridere.
    “Quei due nascondo un segreto. E voi lettori, lo avete capito?”
    “Ma con chi stai parlando?” chiese il Cervellone perplesso. “Non c’é...”
    “Scusaaaa!” fece una figura irrompendo trafelata nella stanza. Era... Fiorenzo. “Non so cosa mi è preso. Un’improvvisa sonnolenza. Possiamo iniz… Tu!” esclamò vedendo il clone.
    “Scusami.” rispose l’Attore mutando forma. “Ma non potevo perdermi questo teatrino. Gli indizi sono in posizione. Ora sta a voi unire i puntini. Adesso vi lascio ai vostri eroi.”
    “Ma parla con noi o...” chiese il Cervellone, ma l’Attore si era già dileguato.

    “Vedete io...” inziò Omnitype. “No. Non me la sento di parlarne scusate.”
    “Lasciate che ci pensi io allora.” fece un’improvvisa voce inquietante. Una sinistra risata risuonò per la stanza, mentre l’oscurità avvolgeva i tre eroi.
    “L’Ombra… O meglio la Streghetta.” fece Omnitype “Non serve che provi ad depistarci con una voce maschile. So che sei tu!”
    “Ne sei sicuro?” rispose la voce con tono provocatorio “tu stai fuggendo dal tuo passato, ma è tempo che anche i tuoi amici sappiano la verità.”
    Rosso mandò Espeon, sperando che potesse usare i suoi poteri per individuare il nemico, ma una Palla Ombra spuntò dal nulla, gettandolo a terra. PB si trasformò in uno Zubat cercando di usare i suoi ultrasuoni per localizzarlo, ma gli ostacoli nel laboratorio lo rendevano tremendamente difficile.
    “Mi servirebbe una mano” disse PB, tornando alla tua forma umana. “Brian, potresti trasformarti.”
    “Io… Non ho il mio costume.”
    “E allora? Sappiamo la tua identità, non...”
    “No io… Non ho alcun potere senza il costume”
    “Cosa?!”
    La stanza era ormai completamente buia, come se i tre stessero in piedi su un abisso nero. Lentamente l’abisso cominciò a riempirsi di immagini. L’espressione di Brian cambiò improvvisamente mentre una scena appariva davanti ai loro occhi. Erano sempre nello stesso laboratorio, ma davanti a loro c’erano un uomo di mezza età e un ragazzino che dal volto riconobbero come Brian. Un uomo elegante era entrato nella stanza, al fianco di uno vestito da scienziato.
    “Signor Wade?” fece l’uomo elegante rivolto verso quello al fianco di Brian.
    “Si, sono io. E voi?”
    “Puoi chiamarmi l’Uomo d’Affari, e lui il Cervellone.”
    “Nomi molto originali.” commentò lui sarcastico.
    “E’ perché rappresentiamo la gente comune. Siamo persone normali che cerchiamo di fare qualcosa di speciale. E per questo abbiamo bisogno di lei.”
    “Cosa vi serve?” chiese lui perplesso
    “Lei è amico del presidente, si sarà reso conto della sua corruzione e di quella di questa città.” intervenne l’Uomo d’Affari
    “Onestamente si… Siamo amici di infanzia, ma da quando è al potere sembra un altra persona. Ha chiuso l’occhio su così tante problematiche… Non lo riconosco più.”
    “Il potere cambia… Così come lo fanno i soldi. Ma lei sembra esserne scampata, così come me. Siamo tra le poche persone ancora disposte ad utilizzare la ricchezza per aiutare gli altri, invece che per il proprio tornaconto.”
    “Belle parole, ma ho imparato a diffidare di chi fa troppa retorica. Venga al dunque.”
    “Vede, noi vogliamo cambiare questa società, ma per farlo dovremo usare qualche misura drastica, se capisce che intendo.”
    “Capisco e mi rifiuto. Voglio anche io che le cose cambino, ma non con la violenza.”
    “La penso come lei, e infatti faremo il possibile per non dover ricorrere a tanto. Se riusciremo a dimostrare che le nostre forze sono di gran lunga superiori a quelle del Presidente, potrebbe concederci la vittoria per evitare spargimenti di sangue. Siamo già tra le poche persone ad allenare ancora i Pokémon, e in passato sarebbe bastato quello, ma ad oggi c’è una risorsa molto più importante: i supereroi. Purtroppo da quel punto di vista scarseggiamo molto, per questo mi rivolgo a lei.”
    “Ma io non sono un supereroe, né ne conosco altri.”
    “Lo sappiamo, la nostra richiesta è un altra. Le nostre fonti ci dicono che lei è a conoscenza dell’origine dei super poteri. Abbiamo ragione di assumere che con queste conoscenze e il suo genio possa riuscire a creare dei… Superpoteri artificiali.”
    “Forse, ma non ho intenzione di provarci.”
    “Capisco che non si fidi, se vuole conoscere meglio la nostra...”
    “No, so già abbastanza. Anche se aveste le migliori intenzioni, non vi darò in mano un potere del genere col rischio che qualcuno si faccia del male.”
    “D’accordo. Dovremo usare le maniere forti allora.” disse facendo un gesto. Uno Zoroark comparve dal nulla a fianco di un ragazzo vestito da ninja e uno Sneasler, che paralizzò il piccolo Brian con una rapida artigliata. Rosso si chiese come funzionassero le forme regionali in quell’universo, ma non era il momento di pensarci. Il Pokémon portò gli artigli alla gola del bambino, che iniziò a piangere terrorizzato.
    “Ben fatto Ninja Boy.” fece l’Uomo d’affari. “adesso, se non vuole che il suo bambino si faccia male...”
    “Brian!” esclamò Wade “d’accordo. Se è così… Accetto”
    Mentre guardava quella scena Rosso sentì un forte singhiozzo. Non era il Brian bambino… Era quello adulto.
    “Io… Fallo smettere. Non voglio… E’ stata tutta colpa mia. Se non ci fossi stato io…”
    Il ricordo cambiò. Ora erano in un laboratorio. Il signor Wade teneva il mano una scatola e fronteggiava il Cervellone, l’Uomo d’affari e il Ninja Boy. Il suo Sneasler teneva in ostaggio Brian, che era ora visibilmente cresciuto.
    “Qui dentro c’era quello che chiedevate.” disse Wade “ora lasciatelo andare!”
    “Ci prendi per sciocchi? Prima controlliamo la scatola, poi liberiamo il ragazzo.”
    Wade sbuffò e con riluttanza passò la scatola al Cervellone. Lo scienziato con un sorriso la aprì lentamente. Al suo interno c’erano un costume e… Una Pokèball, che si aprì all’istante, probabilmente a causa di qualche meccanismo automatico, facendo uscire un Weezing. Il Pokémon espellé una nuvola di gas che avvolse i criminali. Sneasler alzò l’artiglio, ma Weezing gli si gettò addosso, esplodendo. Wade approfittò della distrazione per strappare la scatola dalle mani del Cervellone e la lanciò a Brian. La scatola si rovesciò, facendo cadere il costume a terra.
    “Brian prendilo svelto!” esclamò Wade, notando che Sneasler era sopravvissuto. Senza esitazione si gettò davanti al figlio e… Il ricordo si fece sfocato. Il Brian adulto era caduto in ginocchio, fiumi di lacrime uscivano dagli occhi.
    “Devi ricordare...” fece l’Ombra.
    “No… No… Non voglio… Non voglio ricordare...”
    L’uomo stava chiaramente lottando per non ricordare, ma l’immagine si faceva sempre più chiara. Si riusciva a intravedere il padre a terra, il piccolo Brian che si avvicinava a lui
    “Papà io...”
    “Va bene così… Ora è tutto in mano tua… Tu dovrai diventare… Un vero eroe.”
    Rosso da una parte voleva vedere come continuava, ma non poteva lasciare Brian in quelle condizioni. Sapeva cosa voleva dire avere un ricordo del genere ed essere costretto a riviverli… Sentiva di dover fare qualcosa. L’immagine continuava a sfocarsi, ma per un attimo a Rosso gli sembrò di vedere un altro ricordo… Il suo… L’Ombra stava usando l’energia mentale di Brian, ma se pensava abbastanza intensamente poteva interferire con il processo. Avrebbe sofferto ma… Ormai aveva imparato a sopportarlo, e Brian. Si concentrò intensamente, e il ricordo iniziò a cambiare.
     
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    Capitolo 60: Rosso e Leaf
    Rosso strinse i denti: l’incubo stava cambiando forma. Avrebbe vissuto di nuovo il suo passato… L’immagine sullo sfondo si schiarì, mostrando Biancavilla. Rosso guardò con angoscia il sé stesso bambino avvicinarsi al padre.
    “Papà, papà!” esclamò il ragazzino, saltellando intorno al letto dove suo padre stava riposando “adiamo a caccia di Pokémon!”
    “Domattina...” rispose l’umo girandosi dall’altra parte.
    “Ma mi avevi promesso che una sera saremmo andati a cercare Pokémon notturni. Ormai è passata quasi una settimana.”
    “Oooof… Ti devo dare ragione, ma quando te l’avevo detto mi mancavano dei Pokèmon per la mia Palestra. Adesso non è più necessario...”
    “Ma me lo avevi promesso! Dai che magari troviamo anche un raro stormo di Murkrow, o una migrazione di Houndour!”
    “Tanto non sono considerati nativi di Kanto, quindi non li potrei usare...” Rispose il padre sospirando. Era un uomo molto pragmatico, catturava e allenava i Pokémon per professione, mentre per Rosso era una vera e propria passione ed ogni occasione per andare a catturali era buona. Era troppo piccolo per allenare sul serio, ma si divertiva a catturarne per il padre.
    “D’accordo… D’altronde una promessa è una promessa. Andiamo.”
    Rosso sorrise. “E posso invitare anche i miei amici?”
    “Ma ti rendi conto che ore sono? So che loro ci verrebbero, ma non voglio dover litigare con i genitori di Leaf o il nonno di Blu.”
    Rosso sospirò, ma sapeva che era inutile insistere. Era già tanto avesse ottenuto di uscire. Fuori era buio, ma per fortuna c’era il Magneton del padre a guidarli con Flash.
    “Allora.” disse il padre quando si fossero allontanati dalla città “stabiliamo delle regole. Non ci allontaneremo dai primi percorsi e… Ed è andato nel bosco.”
    L’umo sospirò guardando suo figlio correre nel Bosco Smeraldo e si precipitò al suo inseguimento.
    “Ti ho sempre detto che non devi allontanar...” si interruppe, vedendo un uomo vestito elegantemente correre trafelato, con un espressione terrorizzata in volto. Poco dopo arrivarono due persone vestite di nero con delle R sul petto. Al tempo il Team Rocket era tutto fuorché noto, ma il padre di Rosso ebbe comunque un senso di inquietudine vedendo l’uomo e la donna dall’aria sinistra.
    “Scusate” disse l’uomo “dovreste aver visto un nostro amico correre verso Smeraldopoli.”
    “Abbiamo litigato a causa di un equivoco ed è scappato via.” aggiunse le donna “potreste dirci dove è andato?”
    “Di là!” esclamò Rosso, mentre il padre cercò di zittirlo.
    “Grazie” disse l’uomo, correndo nella direzione indicata.
    “Non avresti dovuto dirglielo...” disse l’uomo
    “Perché no? Sembravano gentili.”
    “Non lo so… Quell’uomo sembrava davvero spaventato e quei due avevano un aria sinistra… Preferirei andare a controllare.”
    “Ma… I Pokémon...” fece il ragazzino, ma ormai il padre era già partito. Il figlio lo seguì e arrivarono a Smeraldopoli. L’uomo vide i due individui infilarsi in un vicolo malandato e li seguì, cercando di non farsi notare. I due avevano tirato fuori un Golbat e un Arbok, e si stavano muovendo aggressivamente contro l’uomo, che si era trovato in un vicolo cieco.
    “Allora… Dove sono i nostri soldi?” chiese la donna, mentre il suo Arbok si avvicinò serpeggiando.
    “Io… Mi dispiace… Quella scommessa è andata male ma…”
    “Ma niente.” Disse l’uomo in tuta, mentre il suo Golbat svolazzava sopra l’uomo, leccandosi i denti. “il patto era chiaro. Noi truccavamo le roulette del casinò e tu ci davi il 70% dei guadagni. Se hai deciso di fare una scommessa da un altra parte non sono affari nostri.”
    “Quell’uomo di Biancavilla… Mi aveva fatto un offerta, non ho saputo resistere...”
    “E così hai scommesso i nostri soldi. Pessimo errore.” disse lei “ma tranquillo, puoi ripagarli con qualche lavoretto… O la vita.”
    “Io… Cosa potrei fare per voi? Non sono un criminale...”
    “Allora, hai fatto la sua scelta.” disse l’uomo. La vittima cercò di scappare da un vicolo, ma molti altri uomini e donne con le stesse uniformi sbucarono da lì.
    “Devo fare qualcosa...” disse il padre, di Rosso, afferrando una Pokéball
    “Forza, papà, fagliela vedere!” esclamò il ragazzo, ma i criminali si girarono di scatto. “Oh guardate un po’ chi è venuto a farci visita, il Capopalestra” fece la donna sorridendo. “non ci eravamo mai visti prima, mi sa.”
    “Chi siete voi?”
    “Siamo… Abitanti segreti della tua città diciamo.” spiegò l’uomo “non ci hai mai scoperto sembrerebbe. Forse è vero quello che dice la gente.”
    “Cosa dicono?” chiese Rosso, tremolante
    “Non hai mai sentito le storie?” disse la donna “il capopalestra “pigro”, chiuso nella sua professione che fa solo il minimo richiesto, che non si preoccupa della sua città. Ma stavolta ti sei spinto più in là, forse dovresti tornare indietro sui tuoi passi.”
    “No… Non stavolta. Non lascerò che faccia del male a un uomo davanti ai miei occhi.”
    “Beh, nessun problema allora.” dissero la donna mentre altre reclute comparivano alle sue spalle “d’altronde, c’era bisogno di un cambio di Capopalestra.”
    “Voi non….” iniziò Rosso, ma il padre lo zittì con un cenno, per poi mandare un Weezing e un Alakzam.
    “Appena sarai in salvo, corri verso la polizia.”
    “Ma… Non voglio...”
    “Devi metterti in salvo.” disse mentre Weezing creava un nube di fumo. Alakazam tese la zampa verso il ragazzo, che esitò un po, ma poi tremolando la afferrò. Il Pokémon psichico usò Teletrasporto e Rosso si sentì sparire, per poi ricomparire davanti alla stazione di polizia. Immediatamente corse all’interno, urlando a squarciagola.
    “Aiuto! Aiuto!”
    “Ehi ma...” fece un agente vedendolo entrare “tu sei il figlio del Capopalestra, giusto? Cosa è successo?”
    Rosso si mise a spiegare. Come tendeva fare a quell’età iniziò a spiegare cosa è successo in ogni singolo dettaglio. I poliziotti cercarono di convincerlo a tagliare corto, ma quando iniziava a parlare a macchinetta non c’era modo di fermarlo. Quando finalmente arrivò alla parte in cui suo padre aveva affrontato i criminali i poliziotti si alzarono di scatto e corsero fuori. Il ragazzo li seguì di corsa ma quando arrivarono non c’era più alcun criminale. C’era solo il padre di Rosso, ferito e sanguinante a terra. Gli occhi erano chiusi, non respirava più… Rosso fissò l’uomo per qualche secondo, con sguardo vuoto, poi i suoi occhi si riempirono di lacrime.
    “Forse se non avessi parlato così tanto ragazzo...” fece un poliziotto, ricevendo un occhiataccia dal compagno. Si riferiva alla spiegazione in centrale, ma la mente di rosso andò ad altro. Se non avesse parlato nella foresta… Se non avesse parlato nel vicolo… Se avesse tenuto la bocca chiusa a casa e non lo avesse convinto ad uscire… E non era solo il suo padre. Aveva ragione suo padre, se si fossero limitati allo stretto indispensabile, se non fossero usciti quella sera, lui sarebbe ancora vivo.
    I poliziotti accompagnarono a casa il ragazzo, che appena arrivato corse in camera piangendo. Sentiva i poliziotti spiegare a sua madre quello che era successo, per fortuna non se ne sentiva di parlarne. Non se la sentiva più di parlare in generale. Passò i giorni successivi quasi interamente chiuso nella sua stanza, uscendo solo lo stretto indispensabile. Non vedeva nemmeno più i suoi amici; da quel che venne a sapere dopo Leaf era preoccupata, mentre Blu era irritato. Quando lo rivide era molto più ostile. Con gli anni il trauma era andato un po’ a scemare e aveva iniziato ad uscire un po’ di più e a rivedersi con Leaf, e quando era grande abbastanza aveva accettato la proposta di Oak, viaggiare per testare il suo Pokédex, così da poter rivivere il suo sogno di diventare un allenatore, ma non era più la stessa cosa. Anche se si era riavvicinato ad i suoi amici ed era riuscito ad affrontare i criminali che avevano uscito suo padre, ma non si era ancora ripreso più di tanto, e ancora preferiva non parlare più di tanto.
    “Non era questo il ricordo che volevo vedere ma… Interessante. I vostri passati non sono così diversi… Forse dall’uno potremo imparare di più sull’altro. Dimmi ragazzo, tu perché combatti contro i criminali? Li odi perché ti hanno portato via tuo padre o c’è qualcosa di più? Quali parole risuonano nella mente che non permetti a nessuno di sentire?”
    Rosso rimase in silenzio.
    “Ancora non parli? Allora ci penserò io a…”
    Si interruppe improvvisamente. Una luce accecante squarciò l’oscurità; l’incubo si dissolse e i ragazzi su ritrovarono davanti un Gengar.
    “Deve essere il Pokèmon dell’Ombra.” commentò Brian. Rosso lo guardò: era più grande del normale. Lo Spettro lanciò un enorme Palla Ombra, ma l’allenatore mandò il suo Snorlax, che incassò un colpo e si preparò a scatenare un Terremoto, ma Gengar venne avvolto da un energia oscura. I ragazzi si girarono verso un angolo buio; non se ne erano resi conto, ma l’oscurità in quell’angolino era particolarmente fitta, in maniera innaturale. Una luce accecante la dissipò e dal nulla apparvero due ragazze; una aveva i capelli tinti di rosa e un costume dello stesso colore, con una larga gonna e pieno di fiocchi e merletti, mentre la seconda aveva i capelli di un nero cosi scuro che non poteva essere naturale e dei vestiti dello stesso colore.
    “Trema malfattore!” disse la ragazza in nero, cercando di fare la voce profonda “io sono la cupa Eclipse, emissaria della notte, sovrana dell’incubo.”
    “E io sono Lunar Girl...” disse l’altra, molto meno convinta “sovrana di… no, signora… Dobbiamo farla per forza sta pagliacciata?”
    “E dai, non fare così. Dovrei essere io quella cupa e oscura.” rispose Elcipse, portandosi il mantello davanti alla bocca e facendo la voce cupa.
    “Solo perché abbiamo questi poteri non significa… Ed è andato...” disse, notando che il Gengar era scomparso
    “Voi siete...” fece PB
    “La Ragazze Lunari!” esclamò Eclipse.
    “Non mi pareva fossimo d’accordo sul nome.”
    Rosso reagì con espressione interrogativa.
    “Vuoi sapere chi sono?” chiese PB “sono una coppia di supereoine. Sono comparse poco prima della scomparsa dei supereroi, quindi non si sa molto su di loro, ma si occupavano principalmente di salvare le persone cadute in incubi.”
    “Non sono mai venute da me...” commentò Brian
    “Hai incubi innaturali? Strano dovrei avere il potere di percepirlo, chiunque te li creasse deve essere un esperto.”
    “Penso fosse quel Gengar, ma l’avete percepito adesso...”
    “E’ strano allora, potresti darci dei dettagli...”
    “Preferirei...”
    “Lascia perdere Eclipse, non sono affari nostri.” disse Moon Girl “sai che gli incubi sono privati.”
    “Eddai, volevo solo aiutare...”
    “Abbiamo aiutato abbastanza, e poi ora dobbiamo alla riunione”
    “Che riunione?” chiese PB.
    “Oh, giusto, anche tu sei un supereroe.” fece Eclipse, sorridendo “la polizia ha mandato un annuncio in TV, dicendo che tutti i supereroi devono trovarsi alla villa del presidente. Non vedo l’ora di rivedere le mie amiche.”
    “Io spero solo non ci sia quell’idiota di Capitan DNA”
    “Beh, almeno vorrebbe dire che ci sarà anche Victory, lei è simpatica.”
    “Bah… E’ una brava persona ma non ha spina dorsale.”
    “Se è così vengo con voi dice PB. Brian, tu...”
    Il ragazzo gli lanciò un occhiataccia.
    “Rimani qui al sicuro. Rosso, tu vieni con noi.”
    “E’ un supereroe?” chiese Eclipse.
    “No, ma ci sarà comunque utile, vedrete.”

    “Allora siete pronti per il secondo turno?” disse l’annunciatore del torneo “metà dei nostri candidati sono stati eliminati. Nella seconda fase tuttavia terremo un approccio diverso. D’altronde l’abilità nelle lotte non è l’unica qualità che serve ad un super eroe. Vi divideremo in gruppi di due o tre persone vi affideremo delle piccole missioni. In base ai vostri risultati vi assegneremo un punteggio, solo quelli con più punti passeranno il turno. Userete comunque i vostri Pokémon. Potrete vedere i team sui tabelloni. Che vincano i migliori”
    “Uffa, non sono né con Anne ne con Nero!” esclamò Tina “va beh, almeno sono con uno di quei tipi in nero, Xais giusto?”
    “Saix.” rispose lui con una punta di irritazione.
    Leaf guardò il tabellone, con un brivido alla schiena. Era nel gruppo con Anne e Nero. Dovevano vincere per preservare la continuity e assicurarsi che la simulazione non glitchasse, quindi doveva darla tutta.
    “Allora buona fortuna.” fece Anne
    “Si, in bocca al Lycanrock.” aggiunse Nero, al che un espressione terrorizzata apparve sul volto di Anne.
    “E-E’ un modo di dire vero?”
    Tina annuì ridacchiano.
    “A dopo e buona fortuna!”
    Lo staff del torneo guidò i vari gruppi in diverse stanze, dove erano collocati dei teletrasportatori. Leaf, Anne e Nero vennero teletrasportati in quella che sembrava una normale città, ma guardando meglio potevano notare sembrava artificiosa, per esempio Leaf avrebbe giurato che gli edifici erano fatti di cartapesta. Un gruppo di uomini si avvicinarono, erano vestiti con tute nere simili a quelle del Team Rocket ma senza la R. La ragazza si chiese se fosse una coincidenza, ma poteva esserlo. Era un design abbastanza generico d’altronde.
    “Benvenuti” disse una voce che sembrava provenire da un altoparlante, probabilmente nascosto. “alla vostra prima missione. L’obiettivo è valutare se siete capaci di gestire un orda di nemici. Potete usare quanti Pokémon volete, dovete sconfiggere tutti quelli dei nemici.”
    Leaf era relativamente abituata con il Team Rocket, ma era sempre stata accompagnata da Rosso e Blu. Non era sicura se potesse cavarsela da sola, ma doveva farcela.
    “Sarà una passeggiata!” esclamò Nero
    “Non essere troppo confidente” disse Anne “guarda.”
    I finti criminali lanciarono le loro Pokéball, dal quale uscirono qualche Zubat, Koffing, Rattata e Swoobat, come Leaf si aspettava, ma anche Crobat. Weezing, Raticate, Houndoom, Hypno e molti altri Pokémon Buio, Veleno e qualche Normale o Psico, perisino un paio di Tyranitar e Hydragon.
    “Avete trenta minuti per studiare i nemici, ma non potete mandare Pokèmon finché non vi do il via.” spiegò l’annunciatore.
    “Buio e Veleno, i soliti stereotipi.” commentò Anne, afferrando la Pokèball. “quando vogliono rappresentare dei criminali usano sempre gli stessi Pokémon.”
    “Beh, non è poi così lontano dalla realtà...” notò Leaf.
    “Forse da dove vieni, ma qui i veri criminali hanno ogni tipo di Pokémon. D’altronde chiunque può essere costretto a commettere un crimine, al giorno d’oggi. Ma al presidente piace demonizzare i piccoli ladruncoli che se la cavano con i Pokémon che trovano per strada come Trubbish o Rattata, Normale o Buio che siano...”
    “Aspetta… I Rattata Normale e Buio qui coesistono?”
    “Si perché?”
    “Niente...” non era ancora riuscita a capire bene come funzionasse quel mondo. Ma d’altronde non aveva ancora visto cosa c’era al di fuori di Capital City. “In ogni caso dobbiamo preparare un piano. Inizieremo così...” disse sussurrando nel loro orecchio, ma prima che potessero accordarsi sulla seconda fase si sentì il suono di un gong.
    “Il tempo è scaduto. Iniziate!” esclamò la voce e Pokèmon nemici iniziarono a caricare nella direzione dei tre eroi.
    “D’accordo, il resto lo improvviseremo. Disse Leaf mandando la sua Venusaur che lanciò una nuvola di Sonnifero al centro della massa dei nemici, addormentandone la maggior parte, eccetto alcuni Vileplume Shiftry e qualche Pokémon con Insonnia. Glielo avevo insegnato poco prima immaginandosi una prova di quel tipo, e aveva fatto bene. Il Goldengho lanciò una Corsa all’Oro e una tempesta di monete colpì gli avversari, concentrandosi principalmente sui Pokémon centrali rimasti svegli, mentre Nero mandava una Gothitelle in mezzo agli avversari, bloccando i pochi Pokémon rimasti e tenendoli occupati. La barriera creata dall’abilità ebbe anche l’effetto secondario di costringere i Pokèmon che non erano nel raggio di Sonnifero a fare il giro, rallentandoli.
    “Sei sicura che la tua Gothitelle li tratterrà a sufficienza?” chiese Anne “quegli Shiftry e Honcrow sembrano piuttosto forti.
    “Sta tranquilla. Il mio Gothitelle è un carro armato. Nel senso che è molto resistente.” si affrettò a spiegare vedendo l’espressione perplessa di Anne “E se le cose vanno male... Ecco.” Fece indicando la Pokémon che stava usando Ripresa. “Ora dobbiamo fare in fretta prima che gli altri sveglino.”
    Detto questo mandò Metagross. Mentre il Gholdengo di Anne intercettava i Pokémon che venivano da sinistra, il Pokèmon Acciaio Psichico attaccava a destra. Leaf decise di ritirare Venusaur per il momento e mandare invece Ninetales e Starmie, che andarono a supportare Gholdengo e Metagross rispettivamente.
    Il suo Gengar invece si unì a quello di Anne e al suo Spiritomb nell’oltrepassare la barriera creata da Gothitelle e aiutarla ad occuparsi dei nemici. Rotom invece levitò in alto a destra insieme al Lunatone di Nero per bombardare i nemici dall’alto, mentre Swoobat e Solrock facevano lo stesso a sinistra. Il piano stava funzionando alla perfezione, ma non avevano elaborato un gran che da quel momento in poi. Sapevano solo che avevano deciso di tenere i loro Pokémon più forti nella Pokéball, per le emergenze. Per ora stava andando bene, ma sapeva che non poteva durare a lungo, e infatti in un attimo molti dei Pokèmon addormentati si svegliarono, inclusi due Tyranitar e due Hydraigon che si gettarono immediatamente contro Gothitelle, lanciandole dei Neropulsar e azzannandola con Sgranocchio. Gli spettri cercarono di aiutarla ma degli Houndoom e dei Raticate di Alola li circondarono. Anne mandò immediatamente il suo Dragapult che lanciò un paio di Deepy ai due Hydraigon, ma non si rivelò sufficiente. Gothitelle crollò e la barriera si spezzò. Metagross e Goldhengo erano riusciti a respingere tutti gli avversari, ma erano terribilmente deboli ormai. Il Pokémon dorato si curò con Ripresa, ma non aveva tempo di ripetere la mossa. Leaf strinse i denti, ma poteva ancora cavarsela. Mandò Eevee e attivò il cristallo Z. Il Potenziamento Eeveeolutivo rafforzò Eevee, che si preparò ad usare Staffetta, ma prima che ci riuscisse un esercito di Raticate gli fu addosso con Attacco Rapido. Nonostante l’aumento in Difesa erano così tanti che Eevee non riuscì a reggere il colpo e crollò. Un brivido attraversò Leaf. La sua strategia preferita, il suo asso nella manica… Era fallito.
    “Allora?” chiese Annie “Cosa facciamo adesso?”
    “Non lo so… Io… La mia strategia...”
    “Calma. Respira. La tua Venusaur che è molto forte, manda lei.”
    “Si ma...” Leaf sospirò. Si Venusaur era forte ma non era il Charizard di Rosso o il Blastoise di Blu. Il suo punto di forza erano le strategie, e anche quelle raramente bastavano con gli altri due. Se il suo paiano falliva… Non era sicura di potersela cavare. Ma doveva provarci. Mandò Venusaur e la megaevolvette.

    Venusaur guardò i nemici. Sperava che la loro strategia gli permettesse di eliminare più Pokémon, ma erano ancora qualche decina. Provò a lanciare un nuovo Sonnifero, ma quasi tutti gli avversari riuscirono ad evitarli; la prima volta aveva funzionato per l’effetto sorpresa, ma schivare un Sonnifero era tutto fuorché difficile. Le lotte con Rosso e Blu andavano sempre così: finché il piano di Leaf funzionava riuscivano a tenere loro testa, ma prima o poi qualcosa andava storto e a quel punto rimaneva poco da fare. Non poteva arrendersi però. Usò un Radicalbero, avvolgendo uno dei Tyranitar con le radici; il Pokémon cercò di aggredirla approfittando del tempo che le serviva per ricaricare le energie, ma Swoobat lanciò un Supersuono che lo vece barcollare e cadere a terra. Venusaur si girò verso il pipistrello per ringraziarlo, ma un Honcrow diede un comando con l’ala e uno stormo di Honcrow volò addosso a Swoobat. Altri due fecero lo stesso con Solrock e Lunatone e il Picchiaduro sconfisse tutti e tre. Ormai erano rimasti solo lei, Dragapult e Behyeem. Quest’ultimo aveva creato un Riflesso e uno Schermoluce e stava cercando di tenere i nemici a bada con Psichico o Fulmine.
    “I vostri allenatori non hanno altri Pokémon?”
    “Anne avrebbe una Jellicent, ma non possiamo mandarla senz’acqua.” rispose la Dragapult “dobbiamo… Silenzio voi.” disse ai suoi Dreepy.
    “Vogliamo lanciarci! Vogliamo lanciarci! Vogliamo...”
    “Si, si, un attimo. Tenetevi pronti...” disse lei per poi usare uno Spettrotuffo per comparire alle spalle dei nemici
    “Ora!” esclamò e i Dreepy si lanciarono contro gli Hydraigon, che già indeboliti crollarono. Un gruppo di Murkrow la prese di mira, ma lei riuscì a spostarsi. I corvi virarono verso Behyeem ma vennero accolti da un Fulmine in faccia.
    “Bersaglio centrato.” fece il Pokémon, poi si rivolse a Venusaur “ehi terrestr… Ehm volevo dire rana… Lucertola… Pianta… Cosa. Pensi di darci una mano concreta, oltre che sparare Foglielama e Fangobomba a casaccio?”
    “Si… Scusate. E’ che non so più bene che fare, e la mia allenatrice...” Leaf sembrava nel panico
    “Quella cosa con Tossina, la ho vista dalla mia Pokéball, potrebbe farci comodo.” notò Dragapult
    “Si, ma… Ho dimenticato la mossa per sostituirla con Sonnifero.”
    “Hai Fangobomba giusto?” chiese Beeyeem “usa quella.”
    “Non so se posso farlo, sono tossine diverse, non ci ho mai provato.”
    “Allora forse è il momento. Anche uno dei miei Dreepy aveva paura di lanciarsi, poi in un momento di necessità lo ha fatto e ora non riesce più a smettere. Se non ci provi non puoi sapere se ci riuscirai.”
    Aveva ragione. Non sapeva cosa gli stesse prendendo, non era così insicura di solito. Non doveva lasciarsi travolgere dalla pressione. Concentrò le tossine sulle sue foglie e le lanciò in varie direzioni, colpendo diversi Pokémon tra cui il Tyranitar rimasto. Bastò un singolo Radicalbero e anche quel Pokémon crollò. Si girò verso i suoi compagni. Grazie all’avvelenamento erano riusciti a gestire una gran parte degli avversari, ma un branco di Houndoom era riuscito a sconfiggerli. I canidi ora si gettarono contro Venusaur lanciandole dei Fuocobomba. Il grasso della sua Mega le fornì protezione, ma questi si avventarono contro di lei con Sgranocchio. Erano gli ultimi ostacoli, oltre a qualche debole Rattata e Zubat. Sentiva i denti affondare nella sua carne, ma doveva resistere. Si concentrò e poi lanciò un Sonnifero.

    “Oh, finalmente sei arrivato.” fece Capitan DNA con le braccia incrociate, rivolto verso Omnitype. “Stavamo per iniziare senza di te. Non che sarebbe stata una grande perdita.”
    “Oh, guarda chi si vede. L’eroe numero due.”
    “Tsk. Solo perché sono scomparso per giorni.”
    “Già, infatti non ti stavo superando da prima.”
    “Di poco. Lascia che...”
    “Silenzio!” fece Lin “non voglio litigi, siamo qui per discutere una questione importante. Allora, vediamo se ci sono tutti. Ominitype?”
    “Eccomi.”
    “Capitan DNA e Victory?”
    “Pres...” iniziò Victory, ma il Capitano lo interruppe con un colpo in testa.
    “Parlo io! Ci siamo.”
    “PB?”
    “Ai suoi ordini, signora!” fece, portandosi goffamente la mano alla fronte tentando di imitare un saluto militare.
    “Mighty Dolphin.”
    “In prima linea!”
    “Moon Girl e Elcipse?”
    “Presenti!” esclamò Eclipse
    “Non è un appello scolastico.” sbuffò Moon Girl.
    “Bene, almeno da quel che so fin ora questi sembrano essere tutti i supereroi liberi, in più abbiamo tutti i nostri alleati da fuori Capital City, i ragazzi e gli agenti dell’Organizzaione. Possiamo iniziare. Siamo qui riuniti per discutere della minaccia dell’Unione. Non comincerò dall’inizio perché sappiamo tutti le informazioni principali, quindi passerò subito alle novità. Sappiamo almeno uno degli obiettivi dell’Unione: trovare i Pilastri.”
    “I Pilastri? Allora esistono davvero!” fece Eclipse eccitata.
    “Sciocchezze! Sono solo una leggenda.” esclamò Capitan DNA
    “Ci avete chiamato per delle favolette?” chiese Moon Girl annoiata.
    “Non sono favole.” intervenne PB “Probabilmente vi siete persi la notizia perché vi siete risvegliati da poco, ma l’Unione ha rivelato di recente che la centrale energetica è alimentata dal Pilastro dell’Energia, e ora l’hanno preso in custodia ”
    Tutti ebbero un espressione inorridita, eccetto Capitan Dna che si limitò ad incrociare le braccia.
    “Vuoi dire che… Lo usavano come fonte di energia?” chiese Eclipse con tono incredulo.
    “Sapevo che il governo era corrotto, ma non pensavo fino a questo punto.” notò Moon Girl
    “Un comportamento deplorevole…” fece Mighty Dolphin
    “Ma… Se l’Unione lo ha liberato, non sono nel giusto?” chiese Victory
    “Non fare domande stupide.” la riprese Capitan DNA
    “E’ una buona domanda invece.” intervenne Lin “tuttavia dubito che lo abbiano fatto con scopi altruistici. I Pilastri sono eroi dotati di poteri incredibili, se l’Unione riuscisse a farli passare tutti dalla propria parte potrebbero avere il controllo sull’intero universo. Tempo, spazio, materia, energia.”
    “Bah. A me continuano a sembrare solo storielle.” commentò Capitan DNA “se esistono davvero sapete darmene una prova?”
    “Che ne dici di noi?” fecero due voci entrando all’ingresso della centrale.
     
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    Capitolo 61: poteri risvegliati
    Gli eroi si girarono. Due figure erano entrate nella loro stanza: la prima era Annie, ma la seconda era un uomo che nessuno dei presenti aveva mai incontrato di persona, ma a tutti sembrava familiare. Ne avevano visto solo sagoma, ma lo riconobbero lo stesso: era l’uomo nella centrale energetica, il Pilastro dell’Energia in persona.
    “Feccia dell’Unione!” esclamò Capitan DNA assumendo la sua Forma Velocità e scattando verso Annie. La donna fece immediatamente un gesto con le mani e un pilastro di cemento si alzò dal pavimento, contro il quale il supereroe andò a sbattere.
    “Ha… Ha ripreso i poteri.” notò Lin. Annie ridacchiò, ma la sua espressione cambiò quando il suo nemico assunse la forma attacco, sfondando il muro. L’onda d’urto spinse via la donna e Capitan DNA lo caricò, ma il Pilastro dell’Energia si parò davanti a lui.
    “Non. La. Toccare.” rispose lei toccando il supereroe, che all’improvviso venne respinto all’indietro, schiantandosi contro una parete.
    “Cosa è...”
    “Penso che abbia invertito la tua energia cinetica.” intervenne Victory “Vedi...”
    “Lo so cos’è l’energia cinematica, cosa credi? Fai quello che devi fare e potenziami!”
    “Adesso vediamo di calmarci tut...” esclamò Lin afferrando la Pokéball, ma Annie scatenò una folata di vento scagliandola a terra.
    “Io e Nero eravamo venuti solo per parlare.” disse Anne “ma voi “eroi” siete tutti uguali. Pronti ad attaccare chiunque vi si opponga come “cattivo” e attaccarlo senza rimorsi. Sono stanca di questo comportamento.”
    “Liberty! Quando arriva il potenziamento?” urlò Capitan DNA, ma la ragazza era a terra stremata. Nero stava succhiando la sua energia e la stava passando ad Anne. Potenziata, la donna creò dei tornado, intrappolando i supereroi e tutte le altre persone stanza. Nero fece un cenno con la mano e i tornado iniziarono a drenare le energie dei supereroi che iniziarono ad indebolirsi. Chi non aveva poteri era diventato così debole da non riuscire a muoversi, Mighty Dolphin assunse addirittura la sua forma Ingenua mentre gli altri supereoi sentivano i loro poteri diminuire.
    Moon Girl cercò di lanciare un attacco di luce rosa, ma questa venne assorbita dal tornado e rimandata al mittente. Eclipse inorridì sentendo la sua compagna urlare.
    “Mi dispiace, ma se l’è cercata.” disse Anne “davvero, è così difficile cercare di vedere il nostro punto di vista? Avete visto cosa hanno fatto a Nero, santi Pilastri. Chi vuole parlare civilmente, si accomodi, chi vuole solo combattere…”
    Non riuscì a finire la frase che Omnitype assunse la forma Roccia, ricoprendo il suo corpo di pietra per appesantirsi e sfuggire al tornado. Nero gli lanciò un raggio di elettricità che Omnitype incassò assumendo la forma Terra per poi scatenare immediatamente un Terremoto, ma Nero disperse l’energia cinetica. Con la forma Volante disperse i tornado e lanciò una folata di vento che Anne bloccò. Libera dai tornado Eclipse lanciò due incubi contro i due Pilastri. Anne cadde a terra in ginocchio e iniziò ad urlare.
    “Sorella… No! No!”
    “Forse ho esagerato...” disse Eclipse
    “Bah… Ha avuto quello che si merita.” disse Capitan DNA
    “Guarda che tu non sei meglio!” esclamò Moon Girl “sei stato tu ad iniziare questo casino.”
    “Si, Capitan DNA ha indubbiamente sbagliato.” disse Omnitype “ma non potevamo pretendere di ragionare con dei criminali.”
    “Però…” disse PB, cercando di riprendersi dal colpo subito. “ora chiamiamo Nero un cattivo perché sta con l’Unione, ma è stato torturato fino a poco tempo fa.”
    “Già e Anne sembra tenere molto a lui...” aggiunse Eclipse, poi si rivolse a Moon Girl “non è che potresti usare i tuoi poteri per calmarli, così possiamo riprovare a parlare con loro?”
    Moon Girl sospirò e puntò la mano verso Anne, ma qualcosa sembrava bloccare i suoi poteri. Prima che potesse capire cosa stava succedendo, Capitan DNA le bloccò il braccio, la scagliò violentemente a terra e assunse la sua forma attaccò.
    “Non possiamo permetterci di abbassare la guardia con questi criminali.” disse, caricando un pungo verso Anne, ma prima che potesse colpire il volto della donna, ma improvvisamente questa si alzò, alterando il suo corpo per trasformarsi in una copia di Capitan DNA, ancora potenziata dall’energia di Liberty.
    “Ma come...” fece Moon Girl
    “L’ho curata io con i tuoi poteri.” disse “pensavate che i vostri trucchetti funzionassero con me? I vostri incubi sono niente in confronto al dolore che ho patito. Lasciate ve lo dimostri.”
    Detto questo puntò le mani verso le due ragazze che iniziarono ad urlare di dolore mentre la loro energia veniva drenata. Sentendo le loro grida la sua espressione cambiò e fece per fermarsi, ma Omnitype si gettò verso di lui in forma Elettro, colpendolo con uno scatto. Nero afferrò le sue braccia cercando di assorbire la sua energia ma si ritrovò ad urlare di dolore. Omnitype lo respinse con una scossa e poi preparò un altro attacco ma un suono assordante attraversò le sue orecchie e quelle di tutti gli altri. Si girarono e videro che Mighty Dolphin si era ritrasformato e stava usando i suoi ultrasuoni. I due Pilastri indietreggiarono, dando l’opportunità a Lin, che si reggeva a fatica in piedi, di mandare Magnezone e megaevolverlo, isolandoli.
    “Vediamo di calmarci.” disse il Palfin “questi due sono membri dell’unione è vero, ma giudicarli solo per questo è sbagliato. Come supereroi dovremmo difendere la pace e la giustizia, essere esempio per gli altri e dare a tutti una seconda occasione. Nero è una vittima, non un carnefice, e anche se sta intraprendendo una strada sbagliata, non significa che non dovremmo ascoltarlo.”
    “Non posso crede che lo sto dicendo ma...” fece Lin ansimando “Mighty Dolphin ha ragione. Attaccate briga senza provocazione… E vi chiamate supereroi?”
    “Forse non avremmo dovuto reagire così impulsivamente.” disse Omnitype “ma anche loro hanno esagerato.”
    “Oh che faccia tosta!” disse Annie “come se fossimo stati noi a...”
    “Credo che abbia ragione.” disse Nero “Dovevamo difenderci certo, ma… Mi sono fatto prendere troppo la mano, specie con quelle ragazze. Nessuno dovrebbe provare un dolore simile, mi dispiace...”
    “Oh, non fa niente. Anche i non avrei dovuto lanciarvi un incubo...” disse Eclipse, mentre Moon Girl incrociò le braccia.
    “Dobbiamo scusarci con i criminali ora?” esclamò Capitan DNA.
    “Ascoltami bene idiota.” fece Lin “sei stato te a dare inizio a tutto questo.”
    “Finalmente qualcuno con buon senso. Tra voi supereroi l’unico con un briciolo di cervello è il delfino.” disse Anne sarcastica “anche se non manca di arroganza. Pretendi davvero di poter decidere tu qual’è la strada giusta? Pensate ancora di avere la superiorità morale dopo aver visto quello che è successo.”
    “Quello che è accaduto a Nero è un onta terribile.” rispose il Palafin “un affronto alla giustizia e a tutto ciò che dovremmo rappresentare. Ma nessuno di noi ne sapeva niente.”
    “Si si. Facile così. Eppure continuate a difendere il governo, a lasciare che colui che sapeva e non ha fatto nulla rimanga in carica.”
    “Non avete torto” disse Lin “ammetto che quando lo ho scoperto, quel poco rispetto che avevo per il governo è crollato. Ma mi importa ancora di questa città o quantomeno dei suoi abitanti, e so che l’Unione non porterà alcun bene. Sono dei criminali.”
    “Criminali eh?” rispose Anne “perché imprigionare e torturare una persona per secoli non è un crimine? Quanta arroganza. Non vi rendere conto che quelli che voi chiamate criminali sono così per via della società, perché vi siete sempre occupati di fermali e mai di chiedervi perché sono così?”
    “Neanche noi ci fidiamo a pieno dell’Unione, ed è per questo che siamo qui.” aggiunse Nero “per parlare, ma non solo con voi, con l’intera città. Vogliamo cercare di trovare un accordo, un modo per risolvere questa pacificamente.”
    “Ci prendi per degli idioti?” intervenne Omnitype “l’ultima volta che vi siete presi la possibilità di parlare alla città la avete usata per manipolare le persone.”
    “Per manipolare intendete dire la verità?” fece Anne “comunque stavolta sarà diverso. Lasceremo che siate voi ad organizzare l’incontro. Non mi piace, ma so che non ce lo lasci fare altrimenti, e tutto sommato Lin mi sembra una persona decentemente ragionevole.”
    “E se non accettassimo?”
    “Allora dovremmo fare a modo nostro.”
    “Non prendetela come una minaccia” specificò Nero “ma la nostra missione è troppo importante per rinunciarci. Stiamo cercando di trovare un accordo perché non vogliamo fare del male a nessuno. Ma se non ce lo consentirete… Faremo tutto il possibile per assicurarsi che quello che mi è successo non si ripeta.”
    “Onestamente… Penso non sia una cattiva idea.” intervenne Aurus, che si era appena ripreso “lo so che non possiamo fidarci dei membri dell’Unione, ma questi sono Pilastri. Stabilire un accordo con loro potrebbe aiutarci a...”
    “Trovare la Sfera?”
    “Forse… Ma anche per salvare la tua città. Sono due delle persone più potenti di questo universo. E’ meglio averli amici che nemici.”
    “Non potremmo mai...” iniziò Capitan DNA, ma Lin gli lanciò un occhiataccia tale da zittirlo.
    “Non hai tutti i torti.” disse lei “e va bene, proviamo questa cosa. Ma sarò io a dettare le regole, in tutto e per tutto. Prenderò le precauzioni necessarie, e deciderò io chi può parlare e quando.”
    “Libertà di espressione eh?” commentò Anne “Ma va bene, staremo alle tue condizioni. Tanto saranno le nostre argomentazioni a parlare.”

    “Prima prova superata.” commentò Anne, dirigendosi nella sala comune dell’arena, dove era stato installato uno schermo “vediamo come se la cava mia sorella.”
    Il trio si rivolse verso lo schermo, vedendo la donna insieme a Saix e un altra allenatrice. Aveva lunghi blu ed era vestita elegantemente con un diamante incastonato sul petto. Sembravano già in difficoltà, a Saix erano rimasti un Ursaluna e un Cleafble, a Tina una Sableye e una Liepard e alla ragazza sconosciuta un Archaludon e un… Bastiodon? Quell’universo non aveva una preistoria, come poteva avere i fossili? Tina fece un cenno agli altri due e Cleafble usò un Riflettore su Bastiodon, mentre Liepard lo copiava con Mimica e replicava la mossa su Mega Sableye. Immediatamente i Pokèmon nemici iniziarono a bombardare i due Pokèmon, che con mosse come Protezione e Resistenza stavano cercando di incassare qualche più colpi possibili, mentre Ursaluna e Archaludon incassavano indisturbati.
    “Piano di Tina, chiaramente” commentò Anne sorridendo.
    “Già.” annuì Nero con sguardo sognante.
    “Tsk. Mia figlia non dovrebbe aver bisogno di questi trucchetti.” disse una voce alle sue spalle. I tre si girarono e videro un uomo dai corti capelli fucsia. Era vestito in modo simile all’altra, ma con una perla al posto del diamante. Camminava impettito, con sorrisetto arrogante.
    “Quindi… Quella ragazza è sua figlia?” chiese Leaf, un po’ a disagio a causa dello sguardo penetrante dell’uomo.
    “Vostra figlia. Chi ti ha insegnato le buone maniere?” disse l’uomo continuando a squadrarla come se stesse cercando di riconoscerla.
    “Si può sapere chi ti credi di essere?” chiese Annie.
    “Non avete la più pallida idea di chi sia io. Non avete mai sentito parlare della famosa famiglia Noshin e del suo capostipite, Paul Noshin”
    “Ora si spiegano molte cose.” commentò Anne sbottando.
    “Cosa ci fa uno come voi qui?” chiese Nero, cercando di nascondere il suo disprezzo
    “Per vincere, che altro?” rispose l’uomo “se qualcuno è degno di super poteri siamo io e la mia Diana. Oh eccola qui.”
    “Allora padre, come sono andata?” chiese la donna, sorridendo verso il padre.
    “Hai fatto il tuo dovere.” rispose lui con freddezza “anzi, eri fin troppo in difficoltà. Avresti dovuto vincere senza ricorrere a sporchi trucchetti da allenatori di serie B”
    “Già, peccato che senza questa allenatrice di serie B tua figlia avrebbe perso sonoramente!” commentò Tina.
    “Ehi! Dovresti essere lusingata che io abbia ascoltato la tua patetica idea.” rispose Diana.
    “Come prego?! Scusa se ti ho fatto vincere!” ribatté Tina.
    “Pensi che il tuo ridicolo piano avrebbe funzionato senza i miei Pokémon?”
    “A me sembra che Sableye e Ursaluna se cavassero benissimo da soli.”
    “Tsk, Pokèmon da quattro soldi. Sono sicura che quel povero Sableye stia morendo di fame”
    “Spocchiosa!”
    “Pezzente!”
    “Lascia perdere Diana” intervenne Paul “non ne vale la pena. Allontaniamoci da questi allenatori di serie Z.”
    “Ti ricordo che avrai bisogno di me per vincere!” esclamò Tina mentre i due ricconi si allontanavano. “che odiosa! E dire che prima sembrava una persona decente, mi aveva pure fatto i complimenti per il piano.”
    “Mi chiedo se non sia l’influenza del padre...” commentò Nero
    “Forse, ma non è una scusa per comportarsi così! E dire che devo collaborare con lei… Sono tentata di perdere a posta, quei due non si meritano poteri.”
    “Tranquilla, se ho letto bene il regolamento dopo questo turno, che è composto da varie prove i gruppi verranno sciolti quindi saremo di nuovo uno contro l’altro.” disse Saix
    “Quindi potrai fargliela pagare!” esclamò Nero
    “Beh… Non dovrebbe essere un problema con lui con tutti i soldi che ha” disse Anne. “Allora, come è andata?” disse Xigbar avviandosi verso il gruppo “vedo che avete incontrato il mio nuovo “amico”?”
    “Vuoi dire Paul? Era con te?”
    “Si. Simpatico come un Primeape infuriato, ma è forte. Il suo Kingdra è un mostro.”
    “Aspetta, il suo Kingdra ha lottato? Voi avevate una piscina?”
    “Si, non lo so perché, ma mi è sembrato di vedergli passare una mazzetta all’arbitro.”
    “Ovviamente.” commentò Tina.
    “In ogni caso ora noi dobbiamo andare a prepararci.” intervenne Nero “tra poco c’è la nostra prossima sfida.”

    Rosso era seduto in un angolino, guardando il palco che avevano preparato al centro della città. Si vergognava di non essere riuscito ad intervenire nella lotta alla centrale. Trovarsi di nuovo in una situazione in cui non poteva proteggere gli altri… Non sarebbe successo di nuovo, pensò stringendo la Pokèball di Charizard in mano. Lin si stava facendo avanti: sarebbe stata la prima a parlare. Al suo fianco c’era anche il Vice Presidente, invitato da Lin. Erano presenti anche tutti i supereroi, anche se a Capitan DNA era stato proibito di intervenire. Anche Aurus era lì, mentre Axel e Larxene erano rimasti alla centrale in modo da poter rispondere in caso di emergenza al posto di Lin.
    “Cittadini di Capital City.” iniziò la poliziotta “Stiamo affrontando un momento difficile, me ne rendo conto. Un oscuro segreto è venuto alla luce e comprendo perfettamente che molti di voi abbiano perso la fiducia nella nostra città. Io stessa ho avuto quella reazione. Per anni ho difeso la legge e la giustizia in questa città, sapevo che era corrotta e malata, ma pensavo che quantomeno fosse fondata su solidi ideali. Invece è fondata sul dolore e la sofferenza di un uomo, imprigionato e torturato. La rivelazione ha comprensibilmente sconvolto tutti voi, e capisco non vi fidiate del nostro governo. Anche io non so se posso più fidarmi del vice presidente, e lo dico in sua presenza. Per quanto possa capire le sue ragioni ha comunque coperto un crimine terribile. Tuttavia... Ultimamente l’Unione Allenatori sta guadagnando consensi e ne comprendo la ragione, ma i loro metodi sono inaccettabili. Non dobbiamo scordare quello che hanno fatto in questi ultimi anni. Non si sono mai fatti rimorsi nel rubare, uccidere, ferire innocenti. Questa città deve cambiare, ma il cambiamento non può essere ottenuto con la violenza, deve partire da voi. Se lo volete, ognuno di voi può contribuire a creare un futuro migliore.”
    “Belle parole.” disse Anne, facendo per prendere il microfono. Il vice presidente fece per fermarlo, ma Lin lo fermò “la mia domanda è: lo pensi davvero? Non ti conosco di persona, ma di fama e non sei mai stata così idealista.”
    “Lo hai detto, non mi conosci.”
    “ Forse no, ma intrappolata in questo mondo per secoli ho conosciuto molte persone come te, e capisco subito che non sei sincera. Sei abbastanza intelligente per capire che questi metodi non basteranno. Certo, ci sono persone che vogliono cambiare questo mondo, ci sono sempre state, come pensi che l’unione trovasse le sue reclute? Ma pensi davvero che siano tutti i cittadini? Fai una ricerca e ti accorgerai che nella maggior parte dei casi sono quelli della classe bassa o al limite media. Ai ricchi non importa niente e continua a non importargliene nemmeno ora. Sono loro che hanno i mezzi, sono loro quelli che contano e non li convincerete mai con belle parole. Credetemi, non è che mi piaccia, ma l’unico modo per cambiare davvero le cose è convincere la classe alta, e non potremo farla con le buone.”
    “Quindi vorresti scatenare una rivoluzione?” intervenne Lin “ti rendi conto delle conseguenze?”
    “E delle conseguenze di non fare niente, che ne dici? Il marciume di questa città ha prosperato per via dell’inerzia della gente. Il destino di Nero è solo un esempio, questa città nasconde segreti anche peggiori. Capital City è fondata sulla corruzione, la criminalità e il sangue. Eppure nonostante tutto io amo questa città, e voglio vederla cambiare.”
    “E quindi vorresti cancellare la sua storia di sangue, con altro sangue?” chiese Lin.
    “Le tue intenzioni sono pure” disse Mighty Dolphin “ma la strada per la bocca di Dusknoir è lastricata di buone intenzioni. Una vittoria sul sangue degli innocenti non può essere considerata una vittoria.”
    “Ma tu parli solo per frasi fatte?” chiese Anne “forse il tuo cervello da Palafin non ti permette di capire la complessità della situazione. Non riesci a capire che non sei che una pedina, usata dal governo per sedare le ribellioni e coprire il loro marciume.”
    “Non è...” fece per intervenire PB, ma il vice presidente lo interruppe.
    “No, è vero.” disse il Vice Presidente “il mio ex superiore me lo ha detto chiaramente una volta. E’ questo il vero scopo dei supereroi, dare ai cittadini un illusione di giustizia, perché non si facciano troppe domande.”
    “Umpf. Lo sapevo che i nostri sforzi erano inutili, ma a quanto pare eravamo pensati perché lo fossimo.” Commentò Moon Girl
    “Ma… Solo perché la nostra giustizia è nata come un illusione non vuol dire che non possa diventare realtà” intervenne Eclipse.
    “Frase degna del delfino.” commentò Anne “ma avete ragione. Potreste diventare dei veri eroi, ma per farlo dovete capire chi sono i vostri veri nemici.”
    “Noi sappiamo chi è il nostro nemico.” intervenne Omnitype “voi lo sapete? IL governo è corrotto certo, ma che dire dell’unione? Anche loro nascondono scheletri nel loro armadio, voi non sapete il dolore che hanno causato, gli innocenti che hanno ferito. Possono sostenere la bontà delle loro azioni quanto vogliono,ma le azioni contano più delle parole. L’Unione sostiene di voler guarire la città, ma loro sono parte del marciume.”
    Nero fece per prendere il microfono, ma due figure comparvero dal nulla.

    Appena Leaf entrò nell’arena della seconda prova rimase a bocca aperta. Se non avesse saputo era fabbricato sarebbe stato terrificante. Una città devastata con crepe nelle strade, edifici crollati e persone imprigionate tra i detriti, mentre Pokèmon di ogni tipo e dimensione imperversavano per la città, circondando in particolare le vittime a terra. Guardando più attentamente notò che il “vuoto” che le sembrava di vedere nelle crepe era solo un pavimento dipinto di nero e le persone erano manichini estremamente realistici, ma era comunque impressionante.
    “Se siete ancora qui avete superato la prima prova. Ma un supereroe non deve solo sconfiggere i nemici, ma anche salvare gli innocenti. Dovrete portare quanti più manichini all’ingresso, evitando che vengano distrutti. Se ne perdete più di dieci, siete eliminati.”
    “Oh a quanto pare il Presidente ha almeno una vaga idea di cosa dovrebbe essere un eroe.” Ironizzò Nero
    “Mi chiedo come se la cavi quella spocchiosa di Diana.” commentò Anne con un sorrisetto.

    “Diana attenta!” esclamò Saix, mentre il Magnezone della ragazza scagliava un Falcecannone, mancando il Tyranitar a cui stava mirando colpendo un paio di manichini “e siamo a sette!”
    “Ottimo, altri tre e siamo fuori. Ottimo lavoro, non c’è che dire.” commentò Tina sarcastica
    “Oh, scusatemi se sono l’unica che pensa a occuparmi di questi Pokémon invece di perdere tempo con stupidi trucchetti.”
    “Se avessi un minimo di cervello capiresti che i miei “stupidi trucchetti” servono proprio a questo. Guadagnare tempo mentre salviamo i feriti.”
    “Se li sconfiggiamo avremo tutto il tempo del mondo, senza che possano distruggere i manichini.”
    “Già, a quello ci pensi te. E ricordati che questi manichini dovrebbero essere persone.”
    “Oh, insomma, è finzione.”
    “Ma se te ne importasse qualcosa, ti comportamenti come se fosse vero. Farai così anche quando sarai una vera supereroina?”
    “Ragazze scusate, ma mi servirebbe una mano.” esclamò Saix mentre mandava il suo Starmie per spegnere un incendio causato da alcuni Houndoom. Sotto le macerie brucianti c’erano tre “vittime”.
    Tina mandò un Crawdaunt, mentre Tina un Bronzong.
    “Ehi, pronto? Ci serve un Pokémon Acqua, non...” si zittì quando vide il Pokèmon creare dei portali dalla quale scese una pioggia torrenziale.
    “Dicevi? Questa è la ragione per cui è stato creato, ma non mi aspettavo che un ignorante come te lo sapesse.”
    “Creati da chi?”
    La donna non rispose, e Saix sembrò guardarle un attimo perplesse, come se sapesse qualcosa che loro non sapevano. Tina sbuffò e tornò a dare comandi a Crawdaunt. Sperava che questa storia dei gruppi durasse ancora poco. E dire che all’inizio non le era sembrata così male. La prima volta le era sembrata un po’ snob, aveva fatto una strana smorfia quando le aveva chiesto di stringere la mano e in generale era un po’ fredda, ma di solito se ne stava per conto suo e seguiva pure le sue strategie. Non sapeva cosa fosse cambiato, forse era il padre, forse aveva preso male qualche suo commento ma era diventata insopportabile.
    “Ok, ora il fuoco è spento, adesso dobbiamo trovare un modo di liberarci di queste macerie.”
    “A quello penso io, ovviamente.” disse lei, mandando un…
    “Ma quello… E’ un Solcoferreo?” chiese Saix
    “Si, perché?” fece Tina. Non capiva tutto questo stupore. Era un Pokèmon raro si, ma era relativamente popolare dai ricchi. Anche se non sapeva esattamente da dove venisse, forse era prodotto in fabbrica o veniva da fuori Capital City. In ogni caso, l’elefante meccanico si arrotolò su se stesso e rotolò contro le macerie.
    “Ehi che ti salta in mente!?” esclamò Tina, mentre i detriti venivano frantumati. Fortunatamente Saix mandò rapidamente Lunatone, che con Psichico evitò che alcune macerie crollassero sui manichini “ti rendi conto di che rischio hai corso?”
    “Avevi idee migliori?”
    “Si! Psichico del Lunatone di Saix, o del mio Malamar, o del tuo Bronzong.”
    “Ci avremmo messo molto più tempo.”
    “Ma avremmo anche messo più a rischio le vittime.”
    “Insomma! Stai complicando tutto! Questa intera prova è una perdita di tempo. Io devo solo...”
    “Attenti!” esclamò Tina, notando un Hydraigon sparare un Neropulsar. Spinse via Diana, poi riuscì rapidamente a premere il pulsante della ball con una mano e la Pietrachiave nell’orecchino con l’altra. La Pokèmon si megaevolvette, bloccando il colpo con la sua gemma gigante.
    “Ehi, il mio vestito!” esclamò Diana, che era caduta in una pozza di fango.
    “Oh scusa per averti salvato la vita!”
    “Io...” si bloccò un attimo, come se avesse appena realizzato. “e perché lo avresti fatto?”
    “Oh, non lo so, forse perché è questo che dovremmo fare, come eroi?”
    Diana non rispose.
    “Continuiamo dopo questa discussione, ok?” disse Saix, mandando il suo Clefable “se questo colpisce quei tre manichini abbiamo finiti.”
    Diana annuì e mandò Archaludon.
    “Tina pensaci tu, a te sta roba di proteggere la gente riesce meglio, io penserò a lui.” esclamò. Tina voleva commentare, ma Diana era più collaborativa del solito quindi non poteva lamentarsi. Mandò un Malamar che con i suoi poteri sollevò i tre manichini. Putroppo non aveva Teletrasporto, quindi dovevano poteralo manualmente. Si mise a correre, mentre Sableye parava attacchi da sinistra e il suo Grimsnarl, che usava Riflessi e Schermoluce per difenderla da destra. Tuttavia proprio quando stavano per arrivare all’uscita, uno stormo di Murkrow comandati da un Honcrow. Entrambi i suoi Pokèmon erano distratti, così Tina fece per afferrare ad un altra Pokèball. Ma prima che potesse un Raggioelettrico colpì buona parte dei volatili.
    “Vai io mi occupo degli altri. Tu corri.” esclamò Diana, a fianco del suo Duraludon.”
    “Tu...”
    “Non farti strane idee. Lo sto facendo solo perché non voglio perdere.”
    Ovviamente, pensò Tina. Ma non importava, continuò a correre. Malamar depositò i tre manichini oltre la zona sicura; ce l’aveva fatta.

    Davanti agli occhi di Rosso comparvero due vecchie conoscenze: il Cinturanera e la Sensitiva.
    “Vedo che state facendo una riunione senza di noi.”
    “Cosa ci fate qui!?” esclamò Nero.
    “Dovreste saperlo.” commentò il Cinturanera, ma la Sensitiva lo interruppe prima che potesse continuare a parlare.
    “Avevate detto che tutti gli eroi erano invitai, e noi siamo eroi.”
    “Non più ormai.” rispose Lin
    “Davvero? Verifichiamo subito.” disse facendo un cenno a Brutus, che colpì il terreno. Una crepa si aprì sotto il palco. Fortunatamente la maggior parte delle persone riuscirono a mettersi in sicurezza e gli altri furono salvati da Omnitype in forma Psico.
    “Hanno… Hanno ripreso anche loro i poteri? Come?” chiese PB
    “Non lo so…” disse Nero “ad Anne li ho ridato io, ma loro non sono con noi.”
    “Si certo...” commentò Lin “e ci direte che non hanno niente a che fare con la rapina in banca.”
    “E’ così.” disse Miss Psiche “e si sa che i soldi possono comprare di tutto.”
    “Questo non spiega nulla.” notò Lin
    “Non importa” disse Omnitype, lanciando un attacco psichico, ma la Sensitiva lo bloccò e la scagliò all’indietro con un singolo gesto della mano. Eclipse cercò di scagliare un incubo, ma per qualche l’attacco non uscì. La donna con i suoi poteri sollevò i detriti del palco e li utilizzò per intrappolare i supereroi. Mighty Dolphin riuscì a sfuggire dalla trappola con un Acquagetto, ma il Cinturanera scagliò un pugno nell’aria, creando uno spostamento d’aria che scagliò il Palafin all’indietro, facendogli riassumere la forma Ingenua.
    Anne si trasformò immediatamente in una copia del Cinturanera, mentre Nero lanciò un attacco di energia negativa. Il forzuto tuttavia scagliò un pugno verso la sua nemica e la scagliò immediatamente a terra.
    “Posso copiare solo la materia, non i poteri...” disse lei “Nero, una mano?”
    “Un attimo, devo copiare la loro impronta energe...”
    Venne interrotto dai poteri della sensitiva che lo mandò in una sorta di trance. Rosso, che era riuscito a salvarsi dalla trappola dei nemici guardò a fianco e vide che Lin e Aurus erano al suo fianco. Afferrò una Pokéball ma Omnitype emerse dai detrti, passandoci attraverso con la forma Spettro, ignorando completamente le onde d’urto create dal Cinturanera e lanciando una sfera di energia spettrale contro la Sensitiva, che si riprese in fretta e senza nemmeno fare un gesto aprì le sue Pokéball e quelle del Cinturanera.
    “Dobbiamo aiutarli!” esclamò Aurus. Rosso annuì mandando Snorlax, Charizard e Pikachu.
     
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