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    PROLOGO
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    LUMINOPOLI - 13:30
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    Era facile perdersi tra le strade labirintiche di Luminopoli. Specialmente per Alexander, abituato alle piccole città di Johto: anche Fiordoropoli impallidiva di fronte al gigante metropolitano di Kalos. Ma era stato mandato lì. Bellocchio era stato ritenuto inadatto al compito perché - a quanto pare - era saltato fuori un suo coinvolgimento eccessivo e disonesto nella faccenda. Quello era anche il motivo per cui, dopo la missione ad Alola, non aveva ricevuto più incarichi di simile importanza. L'Interpol non si fidava più di lui.
    Alexander sospirò. Era la sua prima missione di calibro effettivamente internazionale, e quel senso di spaesamento si era intrecciato all'ansia. Finalmente poté fermarsi, trovandosi di fronte al caffè giusto. Si sedette in fondo a destra, secondo le indicazioni: qualche minuto dopo entrò una ragazza, seguita da una Meowstic. Era sulla ventina, aveva i capelli neri lunghi e scarmigliati e gli occhi celesti.
    "Tu devi essere Matière, dico bene?" chiese Alexander. Lei si guardò intorno nervosa, poi incrociò le braccia. "Sì. Sono io."
    "E sei qui per parlarmi di qualcosa di importante." Lei non disse nulla per qualche secondo, mordendosi le labbra. Alexander sbuffò. "Fammi indovinare, speravi che mandassero Bellocchio". Ancora una volta la ragazza non rispose. "Anche io speravo che mandassero Bellocchio, ma l'ultima volta che l'hanno mandato a Kalos non ha... fatto un ottimo a lavoro. Dovresti saperlo bene anche tu. Oppure no?" chiese.
    "Suppongo di sì" rispose Matière.
    "Bene. Ora che ti si è sciolta la lingua, vuoi dirmi qual è la questione?"
    "Forse sarebbe meglio se tu venissi a vedere con i tuoi occhi."
    "All'Ufficio Bellocchio?"
    Lei annuì. I due si alzarono e uscirono, poi lei chiamò un taxi. Dopo qualche minuto furono in un vicolo squallido, l'altra faccia della splendida medaglia che era la capitale di Kalos: e lì si trovava l'ex-quartier generale del suo collega. Alexander non c'era mai stato, ma ne aveva tanto sentito parlare, e quella porta lo riempiva di una certa nostalgia. I due entrarono: in fondo alla stanza c'era la tuta di Esprit, l'ombra che aveva terrorizzato Luminopoli anni prima e di cui Bellocchio si era occupato. "Si tratta di lei?" chiese Alexander.
    "Sì. Il fatto è questo: non funziona più. Tutti i dati interni - la memoria delle sembianze che ha acquisito e dei Pokémon che ha controllato - sono andati, ho provato a collegarla ai computer del laboratorio del Professor Platan", spiegò lei, "E Xante mi aveva detto che avrebbe smesso di funzionare solo in un caso specifico...". Alexander annuì. "La centrale di controllo di Esprit è stata manomessa, dunque. Ma la centrale di controllo si trova nei Laboratori Elisio, uno dei luoghi più sorvegliati sul pianeta. Solo l'Interpol può accedervi...", disse, poi Matière lo interruppe "... legalmente. Solo l'Interpol può accedervi legalmente . E non siete gli unici a sapere come ci si entra. Ho un brutto presentimento a riguardo, agente." disse. Alexander rimase a pensare. "Il Team Flare non esiste da anni, ormai. D'altro canto, è improbabile che un criminale comune possa essersi infiltrato e aver manomesso i file di Xante: i suoi dati erano cifrati non sappiamo nemmeno quante volte, non siamo ancora riusciti a decifrarli. Non importa chi sia stato a entrare... sa il fatto suo, e per questo la situazione è preoccupante. Grazie per le informazioni, Matière. Procedo a un sopralluogo." disse. Matière annuì. "Fa' attenzione. Se ti serve aiuto..." iniziò, ma Alexander scosse la testa e la interruppe. "Non posso permettere la tua intromissione, è troppo pericoloso, è così che si comporta l'Inter..." si fermò quando si rese conto di quello che stava implicando senza volerlo. Matière capì e sembrò un po' più triste.
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    LUMINOPOLI - CAFFE' ELISIO - 14:33
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    Alexander si guardò intorno, poi entrò nel passaggio segreto. "Segreto" per modo di dire: era da quando quella ragazzina, anni prima, era entrata e aveva praticamente da sola devastato i piani del Team Flare che il passaggio era aperto...
    Matière gli aveva detto che la stanza in cui si erano tenuti gli esperimenti su Esprit era in fondo a destra, ed era lì che erano conservati tutti i dati su di lei e sulla tuta. Le piattaforme che rendevano nauseante e difficile l'attraversamento della stanza erano state spente, fortunatamente: doveva solo ricordare quali fossero i teletrasporti giusti. Dopo solo pochi minuti fu di fronte alla porta. Preparò tutte e sei le Poké Ball, per ogni evenienza: poi entrò. La piattaforma su cui un tempo era posizionata la tuta Esprit era distrutta: a giudicare dall'odore e dallo stato del pavimento circostante era stata data alle fiamme. Non c'erano computer e aveva controllato anche la stanza accanto, dove erano conservati i fascicoli sul progetto Esprit: anche quelli erano scomparsi. Alexander deglutì. La situazione era più preoccupante del previsto. Sbarazzarsi della tuta precedente ma, al tempo stesso, prendere con sé tutti i dati... no, non se n'erano sbarazzati. L'avevano solo resa inservibile. A meno che... forse non sapevano che Xante l'aveva lasciata a Matière? Forse Xante aveva mantenuto il segreto? Scosse la testa. Team Flare o non Team Flare, doveva approfondire la questione ed esplorare il resto del laboratorio. Prese l'ascensore e scese al piano di sotto, dove un tempo Elisio aveva imprigionato AZ: non era cambiato nulla. Mandò in campo Luxray per osservare la stanza - confrontandola con delle foto confidenziali fatte dall'Interpol - in cerca di segreti. Dapprima Luxray non trovò nulla: poi si concentrò su una delle sbarre della cella.
    Alexander mandò in campo Golisopod che, seguendo le indicazioni di Luxray, recise con precisione la barra di ferro e al suo interno scoprì un compartimento che conteneva una chiave. Alexander ritirò entrambi i Pokémon e infilò la chiave in un buco nel pavimento della cella: con suo sgomento, sentì un forte stridio; poi il muro della cella si aprì. Un corridoio si apriva al suo posto. Entrò, titubante, guardandosi intorno e facendo attenzione a non fare rumore.
    Il corridoio andava verso il basso: poi si aprì in una sala enorme. Si rese conto che la sua uscita era al centro della sala e che tutto intorno ce n'erano altre e, sopra ciascuna porta, era rappresentata una delle otto medaglie di Kalos - sopra la sua c'era la medaglia Voltaggio di Lem. Cosa voleva dire tutto quello? No, non c'era il tempo di fare congetture: doveva scoprirlo. Non appena mosse un passo però si sentì osservato.
    Prese furtivamente la Poké Ball di Lucario. Sentì un lieve crepitio e fece appena in tempo a saltare di lato: il punto del pavimento in cui si trovava fino a un attimo prima rimase carbonizzato da un Lanciafiamme. Poi mandò in campo Lucario. "Quasi." disse una voce femminile. Alexander si girò verso di lei: era una donna alta e slanciata, con i capelli rosa e degli occhiali da sole rossi. "Malva. Piacere, Alexander, membro dell'Interpol. Quello che qualche anno fa il mio venerando collega ti ha fatto pensare... non vale più. Per cui, se sei ancora coinvolta con le attività del Team Flare, sarò costretto ad arrestarti." Malva non sorrise nemmeno, decisamente poco impressionata dalla minaccia.
    "Voi dell'Interpol... non sapete quando mollare. Non so come abbiate fatto a trovare questo posto, ma non importa." disse. Alexander mandò in campo Lucario, che iniziò a squadrare l'Houndoom avversario. "Allora dovrò prenderti con la forza." disse, stringendo gli occhi. Malva accennò un sorriso beffardo. "Dimentichi che sono una superquattro". "E?" la provocò lui. Poi lo scontro iniziò.
    Houndoom provò subito ad attaccare con Lanciafiamme, che si scontrò con la Forzasfera di Lucario. L'esplosione che ne seguì danneggiò lievemente entrambi i Pokémon. Prima che il Pokémon Oscurità potesse prepararsi fu colpito dalla Vuotonda dell'avversario, che poi caricò con Ossoraffica, sapendo che gli Houndoom hanno tendenzialmente difficoltà nel corpo a corpo. Tuttavia quest'ultimo rispose con Codacciaio che, seppure non fosse una mossa particolarmente efficace contro Lucario, gli permetteva comunque di difendersi rapidamente dalla scarica di colpi ravvicinati. Anzi, con Codacciaio riuscì a scagliare via gli ossi usati da Lucario per attaccare, e ne approfittò per un Urlorabbia ravvicinato. Lucario sbuffò e indietreggiò, con le capacità offensive ridotte, e cominciò a caricare una Forzasfera. Questa volta l'attacco non fu abbastanza a bloccare il Lanciafiamme nemico, così Lucario fu costretto a usare Ossoraffica per proteggersi dall'attacco di fuoco. Houndoom non smise di attaccare: le fiamme rischiavano di sopraffare la difesa di Lucario. Dovevano pensare velocemente a un contrattacco... Lucario non si stava muovendo... Ecco! Alexander ebbe un'idea. Lucario conficcò in terra i due ossi di Ossoraffica e si accucciò: dato che, in ogni caso, Lucario non si stava muovendo e stava tenendo i due ossi incrociati di fronte a sé per deviare le fiamme, piantarli a terra e accovacciarsi non rendeva la difesa meno efficace. E dietro la barriera improvvisata poté caricare una Forzasfera. Un attimo prima che i due ossi cedessero, Lucario balzò verso l'alto, sopportando il calore per il breve tratto del Lanciafiamme che attraversò e, una volta fuoriuscito dal mare di fuoco, scagliò la Forzasfera. Houndoom fu scagliato all'indietro e un'altra Vuotonda lo finì prima che potesse rialzarsi.
    Malva era visibilmente impressionata, ma cercò di mantenere la calma e ritirò Houndoom. "Ora devi..." iniziò Alexander, ma la donna lo fermò. "Ho altri cinque Pokémon. Non devo fare assolutamente nulla". "Allora combatti!" Malva cambiò espressione del volto. La tensione di prima si sciolse per un attimo.
    "Già, già. Oppure possiamo discuterne." suggerì Malva. Alexander rimase confuso dal cambiamento improvviso. Si avvicinò a lei: poi sentì dei passi venire da dietro di lui. "Ah, Xante. Eccoti. Senti, c'è una questione di cui dovresti occuparti..." disse Malva, abbandonandosi a un sorriso trionfante. Alexander strabuzzò gli occhi. Xante? Xante era stato arrestato anni prima proprio dopo il fiasco di Esprit. Come era possibile che...
    Non fece in tempo a chiederselo: girandosi di scatto si trovò di fronte a un Malamar con le luci sul corpo accese. "Non ucciderlo. Deve uscire fuori di qui." furono le ultime parole che sentì pronunciare da Malva, prima che tutto diventasse nero.

    PERSONAGGI:
    Alexander:
    405MS768MS448MS
    Matière:
    678FMS
    Malva:
    229MS7
    Xante:
    687MS8

    Edited by DarkDraconix - 19/6/2022, 09:59
     
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    CAPITOLO 1 - I campioni
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    Una donna con i capelli lunghi e viola camminava velocemente per i corridoi della sede. Avevano mandato lei a occuparsi della questione perché era la persona più vicina a Bellocchio, ma non aveva idea di come dirglielo. Anche perché Bellocchio non aveva ancora superato il timeout cui l'Interpol lo aveva condannato. Arrivò alla sua porta e, con un lungo sospiro, bussò. "Avanti" disse la sua voce. Lei entrò. "Alberta, sei tu", la salutò Bellocchio, seduto sul divano della stanza, evidentemente sollevato che si trattasse di lei. Il sollievo scomparse quando vide l'espressione della donna. "Cos'è successo?" chiese. "Matière ci ha contattato. Alexander non è tornato dai Laboratori Elisio. Sono passati quattro giorni. Non abbiamo notizie di lui." spiegò lei. Bellocchio batté le palpebre un paio di volte. "Com'è possibile? Alexander è il più forte di tutti noi..." chiese. Alberta scosse la testa. "Non lo so." Avrebbe voluto dire altro; avrebbe anche dovuto dire altro. Ma non ci riusciva. "Non posso aiutare in nessun modo, mi dispiace. Non ho ancora..." disse Bellocchio. "Lo so" rispose Alberta e si sedette accanto a lui, mettendogli la mano sulla spalla. Bellocchio la guardò. "So che ti dispiace..." specificò e un sorriso imbarazzato comparve sul suo volto. Bellocchio si fece serio, ma il suo sguardo per un secondo s'illuminò. "Non voglio metterti nei-" "Non devi preoccuparti, ci sto pensando da sola" lo interruppe. Il detective sorrise e rimase per qualche secondo a guardarla in silenzio. "Qual è il piano?" chiese.
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    GOALWICK - 14:26
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    L'assistente entrò nella stanza. "Signor Petri... mi dispiace interrompervi... ma la presentazione sta per iniziare..." disse dopo aver accennato un breve inchino. Rocco si girò verso di lei e sorrise. "Ah... come vola il tempo. Allora andiamo. Grazie per averci avvertito. Andiamo, Dandel, continueremo la nostra discussione dopo" disse il campione di Hoenn, nonché presidente della Devon SpA. "C'è ancora un po' di strada, puoi continuare. Dov'eri rimasto?" disse il campione di Galar, mentre entrambi si alzavano dal divano dov'erano seduti. Poi cominciarono a seguire l'assistente verso la sala conferenze in cui avrebbero presentato il loro progetto congiunto. "A quando ho rinunciato allo specialismo. La gente ci ha messo un po' ad abituarsi, continuavo a ricevere domande e lamentele sul perché usassi Pokémon come Cradily e Armaldo. A volte è difficile avere semplicemente un tipo di Pokémon preferito, eh? Alla fine non mi sentivo così legato al tipo Acciaio in sé. Ho anche pensato al doppio specialismo, ma poi ho preferito lasciarmi libero. Che cosa farei in fondo se in qualche regione lontana scoprissero un Pokémon di tipo Ghiaccio che assomiglia a una bellissima pietra preziosa? Vorrei sicuramente catturarlo!" spiegò Rocco. Dandel annuì. "Già, tutta questa riflessione su quali tipi di Pokémon usare... io tendo a decidere molto più impulsivamente, e sul Pokémon in sé, non sul suo tipo. Per questo in una stessa squadra spesso finisco per avere doppioni. Ma a me piace così" rispose. Rocco sorrise, poi sospirò stanco. "Lottare e parlare di lotte mi piace molto di più di dirigere l'azienda di mio padre. Ma dopo che... chissà chi ha fatto uscire fuori gli eventi di - qui esitò - dell'"episodio Delta", insomma, la Devon ha perso molto mordente. Mio padre ha pensato che fosse meglio che io prendessi le redini della compagnia, per darle più credibilità. Mi sembra più che ne abbia persa io, però. Io e Adriano ne stavamo parlando... forse sarebbe meglio se lui si riprendesse il posto, non voglio rovinare il nome della lega di Hoenn" disse. Dandel si fermò e gli mise una mano sulla spalla. "Anche per questo avete deciso di sponsorizzare e collaborare in questo progetto, no? Vedrai. La gente capirà. Voi non potevate sapere... chiunque avrebbe fatto la vostra stessa proposta" lo rassicurò e chiuse l'argomento. Entrambi decisero di non affrontare qual era il vero argomento tanto delle fuoriuscite di dati quanto dello sdegno del pubblico. L'assistente di fronte a loro intanto era arrivata alle porte della sala: erano all'interno dello stadio di Goalwick - "Vedi? Anche io, come presidente della lega di Galar, vivo con diversi scheletri nell'armadio. Questo stadio l'ha fatto costruire Rose, ma io non sono Rose. Ed è questo l'importante" gli aveva detto Dandel appena era arrivato - e due scalinate dalla sala conferenza passavano sotto le tribune e portavano ai lati opposti dell'arena. I due campioni presero posto. "Saremo in diretta tra cinque... quattro..." Rocco sospirò, Dandel si mise a posto i capelli "tre... due..."; il campione di Hoenn si specchiò nella Pietrachiave: poi guardò la telecamera. "Buongiorno a tutti voi amanti dei Pokémon, che siate o no allenatori!" iniziò Dandel. "Sono in diretta dallo stadio di Goalwick assieme a Rocco, presidente della Devon SpA - Rocco non poté fare a meno di notare, con un po' di dolore, come Dandel accelerasse e balbettasse nel dire queste parole, nonostante tutte le buone intenzioni prima esposte - nonché campione di Hoenn - queste, invece, le scandì bene - per presentarvi un evento senza precedenti, che nasce dalle ceneri del Pokémon World Tournament di diversi anni fa!" presentò Dandel, con un'emozione quasi incontenibile. Rocco sorrise e prese la parola. "Esatto, Dandel. Un torneo che metta in gioco gli allenatori di tutto il mondo! Le iscrizioni saranno aperte oggi stesso, presso qualsiasi centro Pokémon di una qualsiasi delle regioni che abbia deciso di aderire, per ciascun allenatore. Il torneo è diviso in cinque fasce, in base al numero di medaglie di una stessa lega acquisite: chi ne ha meno di due, chi ne ha meno di quattro, chi ne ha meno di sei, chi ne ha sei o sette, e chi le ha tutte e otto. Dopo tre settimane di turni di Svizzera, che inizieranno tra dieci giorni esatti, raccoglieremo gli allenatori più in alto in classifica e li inseriremo in un torneo a eliminazione diretta. Durante queste settimane organizzeremo anche dei viaggi tra le varie regioni su base volontaria, per permettere a chi lo vorrà di sfidare allenatori delle altre ragioni partecipanti prima dei turni finali. Non c'è alcun prezzo da pagare per partecipare. Per quanto riguarda il premio... lo scoprirete voi stessi molto presto. Ma prima di saperlo spero che possiate cogliere tutta l'importanza di un progetto di questo tipo: creare una rete mondiale di allenatori che si aiutino a vicenda nella scelta di Pokémon e mosse. Riteniamo che possa essere un progetto edificante per una intera nuova generazione di allenatori e siamo contenti di potervelo presentare dopo estenuanti mesi di progettazione e accordi. E ora, Dandel, a te la parola di nuovo..." Rocco finì e riprese fiato. "E ora... è il momento di aprire le danze in bellezza, non credi anche tu, Rocco?" disse Dandel. "Con piacere, Dandel."
    I due campioni camminarono fuori dall'inquadratura e si diressero verso le scalinate. Si erano messi d'accordo per fare una lotta tre contro tre. Rocco aveva scelto con cura i Pokémon che avrebbe usato. Prese la Chic Ball in mano e la lucidò per distrarsi e non pensare a nient'altro mentre scendeva in campo... ma un attimo prima di varcare la soglia dell'arena una mano gli toccò la spalla, facendolo sussultare. Era Alberta, seguita dal suo Alakazam. "Penso che sia giusto che sappiano, Rocco. C'è qualcosa di grosso sotto. Riguarda tutti." disse semplicemente. Poi il Pokémon di tipo Psico la toccò e si teletrasportò, facendo sparire sé e Alberta com'erano arrivati. Il campione rimase interdetto da quanto era successo: poi sentì gli applausi dagli spalti esplodere. Dandel era sceso in campo. "Non pensarci. Combatti" si disse e varcò la soglia. L'accoglienza che ricevette fu udibilmente più fredda, ma non ci fece caso. Lo stadio di Goalwick era enorme, il più grande del mondo: Dandel dovette urlare per farsi sentire quando chiese "Sei pronto?". Rocco annuì e si preparò al lancio della Chic Ball.
    "Via!" gridò l'arbitro: i due campioni lanciarono le loro Poké Ball contemporaneamente. Da quella di Rocco uscì un Gigalith; da quella dell'avversario un Dragapult. Immediatamente il Pokémon di tipo Roccia generò una tempesta di sabbia grazie alla sua abilità. Il Pokémon di Dandel attaccò immediatamente con Dragofrecce, che Gigalith incassò tranquillamente, per poi cercare di colpire a distanza con Pietrataglio. Dragapult contrattaccò con Idropompa, mossa che sorprese Rocco, ma che a causa della tempesta di sabbia non riuscì a fare molto più che semplicemente sfondare i massi sollevati dall'avversario: nel frattempo questi aveva usato Lucidatura per aumentare la propria velocità. Dragapult si lanciò a tutta velocità contro Gigalith, che si preparò allo scontro caricano un Colpo Infernale... che andò a vuoto, quando il nemico scomparve d'improvviso. Non c'era molto che il tipo Roccia potesse fare in attesa dello Spettrotuffo, per cui usò Lucidatura di nuovo. Un portale si aprì a sinistra di Gigalith, che si preparò a colpire, ma tutto quello che ne uscì fu un solo Dreepy sparato fuori, che colpì il lato della testa del tipo Roccia e schizzò via, scomparendo da dove era arrivato. La scena si ripeté un paio di volte: poi Gigalith piantò i piedi a terra e, non appena il portale di Dragapult si aprì di nuovo, usò Pietrataglio in quella direzione, ricacciando Dreepy all'indietro e impedendogli di tornare indietro: Dragapult dovette uscire allo scoperto, comparendo sul fianco opposto di Gigalith e colpendolo con lo Spettrotuffo, ma subendo anche un forte Colpo Infernale che non riuscì a evitare. Mentre veniva scaraventato via tuttavia scagliò un'Idropompa: l'avversario, aiutato dall'aumento di velocità, riuscì a spostarsi di lato, ma venne comunque preso di striscio dall'attacco. Entrambi i Pokémon erano stanchi: Dragapult si scagliò contro Gigalith, che provò a fermarlo con Pietrataglio. Tuttavia Dragapult virò e colpì l'avversario nel fianco con Retromarcia. Rocco gridò "Ora!" mentre il Cinderace di Dandel prendeva il posto del Drago: l'Esplosione di Gigalith probabilmente non era la prima cosa che si aspettava di trovarsi davanti appena uscito dalla Poké Ball. Il Pokémon coniglio venne scaraventato all'indietro dal potentissimo attacco. Nel frattempo, la tempesta di sabbia si fermò. Dandel applaudì per la mossa, mentre Rocco ritirava Gigalith sorridendo. Mentre si preparava a mandare in campo il suo secondo Pokémon ripensò a quanto detto da Alberta. Avrebbe parlato dopo la fine della battaglia, sì. Era vero: il mondo meritava di sapere, ma ancora nessuno sapeva che cosa si dovesse sapere. Quello che Rocco poteva fare era fare intendere il vero significato del torneo, per preparare il mondo intero... tornò sul campo di battaglia quando il suo Starmie toccò terra. Era un Pokémon che l'aveva sempre affascinato, e in più aveva spesso visto Adriano usarlo: ne aveva allenato uno e quello era il momento perfetto di inaugurarlo. Subito il tipo Acqua attaccò con Idrovampata, che Cinderace contrastò con Sporcolancio. Starmie dovette schivare parte dell'attacco, che era riuscita ad attraversare quello di tipo Acqua. La potenza della mossa era decisamente inusuale, ma Rocco non era ancora sicuro che fosse come pensava. Ordinò di nuovo di usare Idrovampata e Cinderace rispose nuovamente con Sporcolancio, e di nuovo questa mosse si dimostrò avere una potenza allucinante. Lo scontro si ripeté un paio di volte, con Starmie che continuava a essere costretto a schivare i residui dell'attacco nemico: poi, quando si trovò fuori portata di un attacco diretto, cominciò a caricare Raggiometeora, aumentando il suo attacco speciale. Se la teoria di Rocco era giusta... Cinderace era troppo lontano per poter garantire uno Sporcolancio preciso, e infatti Starmie riuscì facilmente a evitare la mossa mentre caricava l'attacco. Poi, quando il tipo Acqua fu pronto a scagliare il potentissimo attacco di tipo Roccia, l'avversario rispose con... Metaltestata. Una mossa che contro Starmie non era molto efficace. Il tipo Fuoco - o meglio, il tipo Acciaio - riuscì facilmente a tagliare il Raggiometeora del nemico e a colpirlo. Nessuno dei due Pokémon subì particolari danni, ma Cinderace aveva svelato inequivocabilmente il suo trucco: l'abilità Libero. Starmie scagliò un'Idrovampata a distanza ravvicinata e ancora una volta Cinderace rispose con Sporcolancio. Il tipo Acqua riuscì a sfruttare il momentum dell'attacco in aria per sbalzarsi fuori dalla traiettoria della mossa di tipo Veleno, e anche Cinderace riuscì ad aggirare l'attacco nemico. Ma non era quello l'importante. Non appena entrambi i Pokémon furono a terra, la gemma di Starmie si illuminò di una luce magenta: Dandel sorrise e Cinderace si avventò trionfante sul nemico con Sbigoattacco. Era riuscito a cogliere in fallo Starmie, costringendolo a una mossa di tipo Psico... o così credeva. Poi dalla gemma dello Starmie sbalzato all'indietro si sprigionò un bagliore immenso a cui Cinderace non era assolutamente immune. Il Magibrillio fu abbastanza per mandare Cinderace fuori combattimento. Rocco sospirò: la strategia aveva funzionato. Dandel era decisamente colpito: poteva forse superare Rocco in forza bruta, ma la strategia dell'avversario l'aveva decisamente colto in fallo. L'avversario aveva fatto finta di non capire per costringerlo a svelare il suo trucco e ritorcergli poi la sua stessa strategia contro. Scosse la testa e rimandò in campo Dragapult, mentre Rocco ritirava Starmie - non fuori combattimento, ma decisamente danneggiato dallo Sbigoattacco di Cinderace - in favore del suo Pokémon principale, Metagross. Dragapult fece per scomparire con Spettrotuffo, ma Metagross lo incalzò con Pugnoscarica, scaraventandolo verso terra, e prima che potesse riprendersi lo inchiodò a terra con Rocciotomba. L'abilità di Dragapult era Intrapasso, non Corpochiaro, per cui la mossa lo metteva in svantaggio: Dandel fece per ritirare il Drago, ma Metagross fu senza pietà e lo colpì con Inseguimento, facendolo crollare. Il campione di Galar scosse la testa e si schiaffeggiò in volto. All'improvviso era in svantaggio, doveva rimettersi in sesto, non poteva perdere in casa. Dall'altra parte del campo di battaglia, Rocco sapeva che la battaglia iniziava in quel momento e già si preparò a ritirare Metagross. Quando Charizard scese in campo, subito Starmie gli si parò di fronte. I due Pokémon si squadrarono - anche se uno dei due con un paio di occhi in meno. Poi entrambi cominciarono a caricarsi, il tipo Acqua con Raggiometeora, il secondo con Solarraggio. Lo scontro tra i due attacchi sbalzò via Starmie, mentre Charizard riuscì a rimanere saldo nella sua posizione. Il Pokémon Misterioso non si rialzò. Rocco sorrise. Si aspettava che sarebbe stato uno scontro rapido visti i danni, e infatti il suo obiettivo era esattamente quello che aveva ottenuto: Charizard, pur essendosi mantenuto in piedi, aveva decisamente accusato lo scontro tra i due attacchi. L'aumento dell'attacco speciale di Starmie, nonché il tipo Roccia della mossa usata, avevano inferto gravissimi danni a Charizard, danni che avrebbero sicuramente limitato l'efficacia della Gigamax. Mandò quindi in campo Metagross. "Si aprono le danze! Andiamo!" gridò Dandel e ritirò nella Poké Ball Charizard, preparandosi ad attivare la trasformazione. "Metagross! Avanti!" gridò Rocco e sfiorò con le labbra la Pietrachiave, azionando la Megaevoluzione di Metagross. In qualche secondo entrambi i Pokémon furono in posizione per combattere. Charizard si preparò a scagliare Gigavampa: Metagross per difendersi usò Rocciotomba per ricoprirsi di massi che indebolissero almeno leggermente il brutale attacco di tipo Fuoco. A giudicare dai danni relativamente ridotti doveva essere una Gigavampa fisica. Metagross si liberò dei detriti arroventati e si scagliò con Cozzata Zen contro il nemico, colpendolo al mento, poi si preparò a scagliare Rocciotomba, che il tipo Fuoco bloccò con Dynabarriera, per poi incalzare con Dynadragone. L'attacco colpì in pieno: non era molto efficace, ma diminuì l'attacco dell'avversario. L'effetto della Gigamax finì: i due Pokémon si squadrarono a mezz'aria, poi partirono all'attacco, Charizard con Fuococarica e Metagross con Cozzata Zen. Entrambi i Pokémon deviarono la traiettoria un attimo prima di scontrarsi, sperando di cogliere l'altro in fallo, poi cominciarono a bersagliarsi debolmente con Pugnoscarica e Dragartigli al solo fine di stancare l'avversario. Metagross provò ad avvicinarsi a terra per poter attaccare con Rocciotomba, ma l'Eterelama di Charizard lo fece tentennare. Riuscì per un soffio a evitare la Fuococarica nemica, che comunque lo colpì a una gamba e se l'avesse colpito in pieno sarebbe sicuramente bastata a chiudere lo scontro. Il tipo Acciaio prese a indietreggiare e bersagliare il nemico con Rocciotomba: alcuni massi colpirono di striscio, ma la maggior parte furono neutralizzati da Dragartigli o da Eterelama. Quando Metagross fu sicuro di essersi allontanato abbastanza passò all'offensiva, scagliandosi in avanti con Cozzata zen: ma Dandel si aspettava la mossa e ordinò a Charizard di volare in alto per avere il tempo di attaccare con Fuococarica. I due Pokémon questa volta si scontrarono in pieno: la carica di entrambi fu troppo rapida per dare il tempo di deviare. Crollarono entrambi a terra esausti. Rocco e Dandel ritirarono i loro Pokémon e si strinsero la mano al centro dell'arena, tra gli applausi della folla. Poi sottovoce chiese a Dandel un microfono. "Che vuoi fare?" chiese curioso il campione di Galar. "Quello che è giusto" rispose l'altro. Dandel esitò un momento, poi annuì. "Forse è meglio così" convenne e chiese all'arbitro che dicesse ai tecnici di trasmettere le parole di Rocco dalla schermata principale dello stadio. Quando tutto fu sistemato e il campione di Hoenn ricevette il suo microfono cominciò a parlare: "Quanto detto in apertura è solo parte del motivo per cui questo torneo esiste. Io e Dandel non siamo gli unici campioni coinvolti e abbiamo deciso di indire questo torneo perché oggi come mai nella storia del mondo c'è bisogno di unità tra gli allenatori. Negli ultimi anni è spesso successo che poche persone si trovassero ad affrontare da sole pericoli che minacciavano il mondo intero, senza aiuti esterni, come se questi problemi riguardassero solo le loro regioni. Appare ovvio che il solo motivo per cui eventi di portata apocalittica non hanno avuto esiti negativi è stata la fortuna: fortuna, perché abbiamo avuto allenatori incredibilmente talentuosi e altrettanto coraggiosi che hanno contrastato la calamità per tutti noi. Ma non siamo sicuri che continuerà a bastare e che continueranno a bastare i campioni. C'è bisogno che la comunità mondiale degli allenatori si stringa in se stessa. Che diventi più forte, più unita, e sempre pronta ad affrontare unitariamente ciò che minaccia il nostro mondo intero. E questa è l'importanza cardinale che la nostra iniziativa vuole assumere: creare una nuova generazione di allenatori, sì, una nuova generazione di allenatori consapevole della fragilità del mondo in cui viviamo. Consapevole del fatto che tragedie come quelle che abbiamo evitato per poco potrebbero ripetersi..." Rocco riconobbe i capelli viola di Alberta sulla prima fila degli spalti, di fronte a lui. Poi la vide scomparire di nuovo. "Anche oggi stesso."

    PERSONAGGI:
    Alexander:
    405MS768MS448MS
    Matière:
    678FMS
    Malva:
    229MS7
    Xante:
    687MS8
    Bellocchio:

    Alberta:
    065MS8
    Rocco:
    376MS8526MS8121MS
    Dandel:
    006MS887MS815MS8

    Edited by DarkDraconix - 19/6/2022, 10:03
     
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    CAPITOLO 2 - L'inizio
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    AUSTROPOLI, 15:30
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    "E questa è l'importanza cardinale che la nostra iniziativa vuole assumere: creare una nuova generazione di allenatori, sì, una nuova generazione di allenatori consapevole della fragilità del mondo in cui viviamo. Consapevole del fatto che tragedie come quelle che abbiamo evitato per poco potrebbero ripetersi... Anche oggi stesso". Così disse Rocco Petri in TV. Subito dopo partì la pubblicità di un brand di creme per il viso sponsorizzato da Azzurra. Andrew si girò verso i suoi amici. Erano seduti al tavolo di un bar. "Avete sentito?" chiese. Gli altri annuirono. "Sicuramente non mi aspettavano che sarebbero stati così diretti", disse Emily. Emily era una ragazza pallida, bassa, coi capelli castani mossi, e indossava una felpa grigia con un disegno di Sobble che piangeva. "Penso che sia una buona opportunità", commentò Cyprian, ragazzo alto con la pelle scura, i capelli corti e un paio di occhiali sottili. "Si possono iscrivere 18 Pokémon al torneo; è permessa qualsiasi specie di Pokémon, a patto che non sia un Pokémon leggendario... beh, direi che non abbiamo di questi problemi, noi" cominciò a spiegare Samuel, leggendo dal suo telefono. "Già, già. Non è un problema." rispose Andrew. "Le mosse possono cambiare tra ogni battaglia, non è un problema... perché una battaglia sia valida deve essere registrata e giudicata da un Rotom arbitro... vabbè, poi si tratta delle solite cose burocratiche" finì di spiegare. "Si tratta solo di scegliere i nostri 18 Pokémon, allora", aggiunse. “Che ne dite di fare un po’ di allenamento?” chiese Cyprian. Emily e Samuel annuirono. “Io magari vi raggiungo dopo.” disse Andrew dopo essersi accorto che gli altri aspettavano anche una sua risposta. “Tutto bene?” gli chiese Emily. “Sì, sì. Vorrei chiamare un paio di amici, chiedergli che ne pensano.” rispose lui. Poi uscì.
    La folla di Austropoli era quasi soffocante, specialmente in quel momento. Il discorso di Rocco Petri era stato proiettato anche sui maxischermi. In un piccolo campo di battaglia al lato della strada due allenatori si stavano sfidando: un Excadrill usava i suoi Ombrartigli contro la Fendifoglia di un Leavanny. Poi si rese conto che non erano due allenatori qualunque: erano Rafan e Artemisio, e la folla era lì per assistere al loro scontro. Si avvicinò anche lui, ma era arrivato un po’ troppo tardi: Excadrill si scagliò sul nemico con Metaltestata e Leavanny crollò esausto. I due capipalestra si strinsero la mano. “Ho ancora un po’ di strada da fare, sembra. Ti ringrazio per la battaglia”
    “Non male, ragazzo. Non male. Grazie a te. Avete visto tutti?” chiese Rafan. Diverse persone avevano registrato lo scontro. Andrew fece per allontanarsi, poi gli sembrò di riconoscere tra la folla dei capelli viola familiari e si fermò… ma già non li vedeva più. Nel frattempo, Artemisio lo riconobbe. “Ehi, Andrew! Guarda, Rafan!”. I due capipalestra si avvicinarono a lui. “Allora? Come sta il nostro ex campione?” gli chiese Rafan con un sorriso. “Bene, non c’è male. Vi siete entrambi iscritti al torneo, vedo. Spero che siate pronti per un rematch, quando sarà” gli disse. “Sì, certo. Penso che tutti noi capipalestra di Unima non vediamo l’ora di risfidarti, e di vedere fino a che punto ti hanno portato i tuoi viaggi” gli disse Artemisio. “Siamo ancora tutti grati per quello che hai fatto. Io in particolare, da capopalestra di questa città. Senza di te e quella ragazza Austropoli sarebbe caduta.”
    “Non serve, Artemisio. Ho fatto quello che era giusto fare. E anche lei. E poi non siamo stati solo noi. Tutto il mondo era con noi.”
    “Sì. Va bene. In bocca al lupo, mi auguro di incontrarti nella Top 64.”
    “Anche io. Ora vi saluto.” disse Andrew e si girò. Poi mandò il suo Noivern fuori dalla Poké Ball e gli salì in groppa. Osservò i grattacieli intorno a lui - alcuni erano ancora in fase di ristrutturazione, nonostante fossero passati ormai tre anni. Dopotutto era difficile riprendersi da qualcosa del genere. “Noivern, scendiamo.” disse quando vide i giardini di Austropoli. C’erano alcuni Pokémon selvatici, delle panchine e una grossa placca metallica con diverse incisioni. Andrew le lesse ancora una volta.

    In memoria di tutti i valorosissimi allenatori e Pokémon che diedero eroicamente la propria vita per salvare Austropoli, la regione di Unima e il mondo intero dalla minaccia del Team Rainbow Rocket.

    Ormai sapeva dove trovare il nome che cercava… Rina. Fece un lungo respiro.
    Quel giorno erano insieme, in cima al grattacielo più alto di Austropoli. Di fronte a loro, la Fregata Plasma, rubata e rimessa in moto dal Team Rainbow Rocket. L’Hydreigon di Andrew si squadrava con quello del Ghecis dell’altro universo, assistito dall’Unfezant maschio di Rina. Al nemico era rimasto solo quell’ultimo Pokémon, poi sarebbero potuti salire sulla nave. Poi, all’improvviso, i cannoni della nave spararono. Colpirono l’Hydreigon di Andrew in pieno: Andrew, in preda al panico, si girò e lo ritirò nella Poké Ball. Un istante dopo il pavimento sotto di lui esplose, colpito dal Focalcolpo dell’Hydreigon nemico. Andrew e Rina vennero sbalzati in direzioni opposte, tutti e due caddero giù dal tetto del grattacielo.
    L’ultima scelta di Rina fu ordinare al suo Unfezant di salvare lui. E non fece in tempo a tornare per lei.
    Alla fine avevano vinto quella battaglia. Andrew riuscì anche a sconfiggere Kyurem, affaticato dopo aver dato energia alla Fregata Plasma per così tanto tempo, con l’aiuto di Latios. Ma comunque, come tanti altri, Rina non aveva potuto assistere alla vittoria.
    Andrew vide un Eevee selvatico che gli si avvicinava. Lo guardò con sguardo pensieroso. Andrew sorrise e si chinò per accarezzarlo. Eevee fu contento, e se ne andò. Andrew fece un altro respiro profondo. Poi sentì un rumore di passi. Un ragazzo si sedette accanto a lui. “Andrew. Come va?” chiese, con voce circospetta. “Ciao, Wesley. Come mai da queste parti?”
    “Ho trovato Cyprian, Emily e Samuel al solito posto. Mi hanno detto che eri andato a cercare qualcuno, immaginavo che fossi venuto qua.”
    “Già… sono un po’ prevedibile, eh?”
    “Un po’.” disse Wesley.
    I due rimasero per un po’ in silenzio.
    “Non è stata colpa tua, lo sai.”
    “Lo so. So anche che sono passati tre anni, e che non sono stato l’unico a perdere un alleato così, sotto i miei occhi.”
    “Adesso la cosa migliore che possiamo fare, per tutti, è ricostruire un mondo migliore. Siamo più forti di allora, e con questo torneo lo saremo ancora di più. Faremo in modo che non succeda di nuovo.”
    Andrew sospirò. “Hai ragione. Allora, ti va di andare ad allenarci un po’?”
    Wesley annuì. “Andiamo dagli altri?” chiese.
    Andrew si alzò e fece qualche passo. Poi si girò e indicò Wesley con una Poké Ball in mano. “Prima di andare… che questa sfida sia una promessa a tutti loro” disse, guardando di nuovo la stele commemorativa. “Va bene” disse Wesley. I due si prepararono a mandare in campo i loro Pokémon.
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    LUMINOPOLI, 18:14
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    “Parole forti quelle del campione di Hoenn, Rocco Petri, alla fine del match di esibizione tra lui e Dandel, il campione di Galar. Si tratta comunque dell’evento per allenatori più grande della storia, e in particolare è il primo grosso evento tenuto dalla fine del conflitto con il Team Rainbow Rocket ormai qualche anno fa. Sperando che possa portare a novità positive e che non sia una manovra fatta solo per recuperare consensi, mascherata con una buona dose di allarmismo e di buoni propositi, noi del telegiornale di Kalos ci limiteremo a tifare per i nostri allenatori e a riportarvi le notizie quotidiane più importanti. Inoltre vi informo, a titolo personale, che a differenza di molti altri colleghi tra i superquattro ho preso la decisione di non partecipare al torneo. Questo è tutto per l’edizione di oggi. A domani.”
    “Stop! Ottimo, Malva, ottimo.” disse l’assistente. Malva si alzò da dietro la scrivania e si stiracchiò le braccia. “Che fatica” disse. “Malva, hai una visita” disse poi un altro assistente. Prima che Malva potesse chiedere chi era, nella stanza entrò Diantha. “Campionessa, è un piacere riceverla.”
    “Grazie, Malva. Ma ti ricordo che ormai sono ufficialmente una ex-campionessa.”
    “Già, già. Non credevo che sarebbe veramente riuscito a batterti.”
    “Io non ne avevo dubbi, invece. Era il rivale di Serena, dopotutto… è anche romantico, in un certo senso, che abbia preso il suo posto.”
    “Sicuramente è un buon modo di onorare la memoria della ragazza.”
    “Comunque sia.”
    “Sì. Che cosa ti porta qui, Diantha?”
    “In realtà è proprio Calem, e anche il professor Platan. Sono venuti a sapere dalla polizia di Luminopoli di strani movimenti intorno ai Laboratori Elisio.”
    Malva si fece all’improvviso seria.
    “Lo so che eri molto vicina ad Elisio prima che… succedesse quello che è successo. Mi dispiace rievocarlo, ma abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile. Pensi di sapere qualcosa?”
    “No, non ne ho idea. Ma se saprò qualcosa ve lo farò sapere subito.”
    “Grazie, Malva. Mi fa piacere poter contare su di te.” rispose Diantha. Le due si salutarono e Diantha uscì dalla stanza.
    Malva sorrise.
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    GOALWICK, 18:17
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    “Non prendertela troppo, Rocco. Dovresti sapere ormai qual è il modo di fare giornalismo di Malva” disse Dandel. “Sì, hai ragione. Gioca molto sulla cattiva fede della gente…”
    Dandel gli mise una mano sulla spalla. “Non preoccuparti. Migliorerà. E dopotutto, non credo abbia funzionato molto, perché le iscrizioni al torneo stanno andando benissimo! Si sono già iscritti quasi 5.000 allenatori, e diversi campioni ed ex campioni hanno deciso di scendere in campo. Guarda, si sono iscritti anche Andrew e Cyprian!”
    “Ah, Cyprian. Il nostro ex campione… la battaglia tra lui e Adriano è stata meravigliosa. Mi è dispiaciuto che abbia deciso di abbandonare il posto dopo il Team Rainbow Rocket.”, disse Cyprian.
    “Già. E a me quasi è dispiaciuto sconfiggere Andrew. Aveva rinunciato al posto da campione di Unima per competere a Galar, e aveva anche vinto il torneo.”
    “Sono entrambi grandi allenatori. Andrew era anche arrivato alla finale del primo torneo di Alola, anni fa, e in semifinale aveva battuto proprio Cyprian. Poi però il posto da primo campione è spettato a Elio.”
    “Già… Elio.”
    I due campioni rimasero in silenzio.
    “Il mondo non è più lo stesso da allora. Per questo dobbiamo diventare abbastanza forti da ricostruirlo.” disse Rocco. Dandel annuì. Poi i due si alzarono. “Dove sei diretto adesso, Rocco?”
    “Devo andare a Zafferanopoli, ma questa volta da presidente della Devon e non da campione. Ho delle proposte da fare al presidente.”
    “Capisco. Ti auguro buona fortuna, Rocco.”
    “Anche a te, Dandel. Alla prossima.”
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    AUSTROPOLI, 21:14
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    “Scizor, Pugnoscarica!” urlò Emily. Il tipo Coleottero si lanciò sul Togekiss di Samuel. “Adesso, Togekiss! Fuocobomba!” ordinò il ragazzo, ma la mossa prioritaria fu abbastanza per mandare KO il suo Pokémon.
    Una piccola folla si era raccolta intorno agli allenatori mentre si allenavano. In un altro campo di battaglia accanto a quello di Emily e Samuel si stavano sfidando Wesley e Cyprian. “Exploud, usa Ondaboato!” disse Cyprian. Grazie all’abilità di Exploud, l’attacco colpì Mimikyu con una potenza brutale; ma all’improvviso Mimikyu fu coperto di luce e si scagliò su Exploud, racchiudendolo all’interno del suo costume. Al di sotto del Fantasmanto Exploud fu colpito duramente, e Mimikyu lo scagliò fuori esausto. “Ah! Non me l’aspettavo, la Mossa Z” disse Cyprian, ritirando Exploud nella Poké Ball. “Allora vediamo che ne pensi di…” cominciò, ma Andrew si alzò dalla panchina dov’era seduto e disse: “Ragazzi, penso che come allenamento possa bastare. Ora dovremmo andare a cenare, non credete?”
    “Oh, non mi ero accorto dell’ora” disse Wesley, controllando il telefono. “Sì, dai, andiamo. Domani bisogna cominciare a macinare, dopotutto.” disse Emily, ritirando Scizor nella sua Poké Ball. La piccola folla si diradò, e mentre tutti se ne andavano ad Andrew parve ancora una volta di vedere quei capelli viola tra la gente. Ma ancora una volta non c’era traccia di chi cercava.
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    ???
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    La stanza era buia, ma piena di schermi di computer accesi. Su ogni schermo c’erano diverse finestre, ciascuna era il filmato in diretta di diverse telecamere.
    “Abbiamo occhi su Alexander?” chiese Alberta.
    “Sì. Abbiamo anche i diciotto Pokémon con cui si è iscritto al torneo.” rispose un agente.
    “Allora? Di che Pokémon si tratta?”
    “Diciassette sono Pokémon che ha già usato anche con noi. Il problema è il diciottesimo.”
    “Che Pokémon è?” chiese Alberta, poi si avvicinò allo schermo dell’agente a cui aveva fatto la domanda. Lesse il Pokémon di cui si trattava e spalancò gli occhi. “Com’è possibile?” chiese. “Non lo sappiamo, ma questo rende chiaro che c’è qualcosa di più grosso del previsto sotto. Conosciamo allenatori che hanno Ultracreature, e alcuni dei nostri sono anche in possesso di esemplari di Pokémon Paradosso, ma questo…”
    “Cerca nel database se ci sono casi, negli ultimi 50 anni, di allenatori che posseggano un Pokémon di Hisui.” chiese Alberta.
    “Provvedo subito…” l’agente cominciò a cercare. Poi si bloccò. “Ma questo… non è possibile!” disse. Nel riflesso degli occhiali si vedeva il logo della Silph Co.. Alberta lesse. Strabuzzò gli occhi ancora una volta. “Ho bisogno di qualcuno che venga con me a Zafferanopoli. Partiamo subito.” Tra gli agenti presenti nella sala si diffuse il brusio per decidere chi sarebbe andato, poi una figura che era entrata nella stanza e si era appoggiata alla porta tossicchiò per attirare l’attenzione. Era Augusto, il Kahuna di Ula Ula. “Alberta. Porta Bellocchio con te.”
    “Ma…”
    “Possiamo chiudere un occhio. Già siamo sotto di uno dei nostri agenti migliori, che tra l’altro è ricomparso sotto lavaggio del cervello e fa il culo a chiunque dei nostri provi ad avvicinarsi. Non ha senso continuare a tenere Bellocchio in punizione. Nessuno di noi conosce meglio di lui i movimenti di Kanto, ti ricordo che era a un passo dal catturare Giovanni, ai tempi.”
    “Sì. Hai ragione, vado a chiamarlo.”

    Personaggi:
    Andrew: hydreigonnoivern
    Emily: scizor
    Cyprian: exploud
    Samuel: togekiss
    Wesley: mimikyu

    Edited by DarkDraconix - 19/8/2023, 16:21
     
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